Abstract: Il testo viene pubblicato per gentile concessione della casa editrice ESI ed e’ tratto dal libro di Stefano Ulliana “Il concetto creativo e dialettico dello Spirito nei Dialoghi Italiani di Giordano Bruno. Il confronto con la tradizione neoplatonico-aristotelica: il testo bruniano De l’Infinito, Universo e mondi”, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 2003. -/- Le argomentazioni presentate ne Il concetto creativo e dialettico dello Spirito nei Dialoghi Italiani di Giordano Bruno (Il confronto con la tradizione neoplatonico-aristotelica: il testo bruniano (...) De l’Infinito, Universo e mondi) costituiscono le conclusioni ultime e definitive di un lavoro di ricerca che ha investito l’insieme dei Dialoghi Italiani, riuscendo a reperire ed a far emergere quello che pare il nucleo più profondo ed importante—il vero e proprio elevato fondamento—della speculazione bruniana: la presenza attiva di un concetto triadico teologico-politico—il Padre, il Figlio e lo Spirito della tradizione trinitaria cristiana—però riformulato attraverso il capovolgimento rivoluzionario di questa stessa tradizione, attuato attraverso il concetto creativo e dialettico dell’infinito. In questo modo la stessa tradizione platonica pare subire una trasformazione essenziale, abbandonando qualunque forma di alienazione e negazione, per riaprirsi invece verso soluzioni che paiono riprendere moniti ed osservazioni suscitati dalle prime, grandi e maestose, speculazioni dei filosofi presocratici. Parmenide, Eraclito ed Empedocle sembrano rivivere nei testi bruniani, riproponendo una soluzione ben diversa a quei nodi e problemi teoretico-pratici—fondamentale il rapporto Uno-molti e tutto ciò che da esso consegue, sia sul piano naturale che politico—apparentemente risolti e codificati dal pensiero postsocratico, prima platonico e poi aristotelico. L’inscindibilità del principio di libertà (la figura teologica del Padre) ed eguaglianza (il Figlio), attraverso il richiamo alla fonte amorosa infinita ed universale (lo Spirito), consente alla riflessione bruniana di presentare per la prima volta nel panorama filosofico mondiale di tutti i tempi la possibilità di salvaguardare sia l’aspetto creativo naturale, che la diversità politica, presentando nel contempo un concetto di ragione capace di esprimere un movimento infinito sempre aperto ed attento alla molteplicità. In questa liberazione della potenza e della volontà dalle strettoie ordinate e gerarchiche della tradizione il pensiero e la riflessione di Giordano Bruno danno inizio alla modernità, ripresentandosi quale mirabile soluzione ogni qual volta potere e violenza paiono assestarsi e reciprocamente incrementarsi, in un circolo apparentemente indistruttibile. -/- Allora i capitoli di questo libro—attraverso l’analisi di concetti importanti nella filosofia bruniana, quali quelli del desiderio e dell’immaginazione, della materia e della ragione—riattraversano la storia della definizione filosofica delle entità reali più importanti—Dio, Natura, Ragione, Uno—per mostrare un’opposizione fondamentale: l’opposizione fra la fusione speculativa apportata dal pensiero neoplatonico-aristotelico (antico, moderno e contemporaneo), attenta alla difesa della necessità ordinata di un mondo unico, e la liberazione speculativo-pratica bruniana, attenta a far rivivere la coscienza dell’infinito, in noi e fuori di noi. -/- English Abstract: The arguments that have been presented in this essay, which are part of the book ‘The creative and dialectical concept of the Spirit in the Italian Dialogues of Jordanus Brunus. The comparison with the neoplatonic-Aristotelian tradition: the brunian text De l’Infinito, Universo e mondi’, constitute the ultimate and definitive conclusions of a body of research that has mainly focused on Bruno’s work “Dialoghi Italiani”. This research has managed to rise the deepest and most important core of the true foundation of Giordano Bruno’s speculative thinking—the active presence of a triadic theological-political concept of the Father, the Son and the Spirit of Christian tradition. However, this triad has also been reformulated through the revolutionary overturning of this tradition and realized through a creative and dialectical concept of the infinite. In this way the same Platonic tradition seems to undergo an essential transformation by abandoning any form of alienation and negation and indeed to open itself to recover those warnings and observations that the first great speculative thoughts of the Presocratics philosophers brought about. Parmenides, Heraclitus and Empedocles seem to come to life again in Bruno’s essays by proposing a different solution to those theoretical and practical problems such as the fundamental relation between One-many and what it can represent either at the natural level or at the political level which have been apparently solved and codified in the Platonic and Aristotelian thought. -/- The indissolubility of the freedom principle (the theological character of the Father) and equality (the Son), through the use of the loving, infinite and universal source (the Spirit), allows Bruno’s reflection to present for the first time in the entire philosophical tradition the possibility of safeguarding the creative aspect as well as the political diversity. He achieves this by showing a concept of reason which is able to express the infinite movement that it is always open and measured (careful) towards the multiplicity. In this release of power and will from the ordered and hierarchical paths of the philosophy tradition, Bruno’s thought gave birth to Modernity. (shrink)

Questo breve volume prende in considerazione, analizza e commenta alcune interpretazioni magistrali della filosofia di Giordano Bruno, che hanno attraversato l'800 ed il '900, indirizzandone l'orizzonte di comprensione. Il testo inizia con l'interpretazione di G.W.F. Hegel e di B. Spaventa, per poi accedere a quella di G. Gentile. Il volume si conclude con l'analisi ed il commento dell'interpretazione fornita da N. Badaloni. Una piccola bibliografia bruniana conclude il testo.

Il testo analizza alcune interpretazioni fornite alla filosofia di Giordano Bruno da alcuni interpreti dell'800 e primo '900.

Questo volume prende in considerazione, analizza e commenta in modo critico alcune recenti interpretazioni della filosofia di Giordano Bruno, che hanno attraversato la seconda parte del '900, indirizzandone l'orizzonte di comprensione. Il testo inizia con l'interpretazione di M.A. Granada e di M. Ciliberto, per poi accedere a quella di M. Ghio e A. Ingegno. Il volume si conclude con l'analisi ed il commento dell'interpretazione fornita da W. Beierwaltes. Una piccola bibliografia bruniana conclude il testo.

Questo breve volumetto cerca di descrivere in modo abbastanza rapido, ma nello stesso tempo preciso ed articolato, la struttura in divenire del pensiero di G.F.W. Hegel. Dalla sua prima fase, animata dagli ideali giacobini e rivoluzionari, alla sua conclusione, quando il pensiero hegeliano sembrava prestarsi bene - come strumento ideologico - al movimento di restituzione regressiva ed autoritaria del potere, imposto dallle sconfitte di Napoleone e dal Congresso di Vienna. Il testo è stato prodotto come tesina per il superamento dell'esame (...) finale For.Com nell'anno accademico 2010-2011. (shrink)

Il testo analizza le principali proposte interpretative dedicate alla filosofia di Giordano Bruno da parte di alcuni storiografi del '900, per proporre una propria visione dell'autore nolano.

Il volume raccoglie il lavoro di ricerca, di analisi e di commento, dedicati ai "Dialoghi Italiani" di Giordano Bruno, che è stato presentato quale tesi di dottorato in filosofia presso l'Università degli studi di Padova, nel febbraio del 2002. Il testo comprende un confronto fra la tradizione dei testi aristotelici della "Metafisica", "Fisica" e "Il cielo" ed i testi in volgare di Giordano Bruno, analizza i testi bruniani giungendo alla scoperta del principio dell'infinito creativo e doppiamente dialettico e presenta una (...) panoramica delle principali interpretazioni fornite al pensiero bruniano durante l'800 ed il '900. (shrink)

La rivoluzionarietà della speculazione bruniana si esercita nei confronti della tradizione di alcuni testi aristotelici fondamentali nella trasmissione del pensiero e della civiltà occidentale. In modo principale essa attacca e demolisce i capisaldi della "Metafisica" di Aristotele, per poter cominciare ad affermare - o, se si vuole, a riaffermare - il principio dell'infinito creativo e doppiamente dialettico. Il breve saggio segue la formulazione e lo sviluppo progressivo del testo aristotelico attraverso la critica esposta dalla riflessione bruniana. Alla fine viene presentata (...) una breve bibliografia bruniana. (shrink)

Le argomentazioni presentate in questo volume costituiscono il primo contributo dell’autore al progettato compito di un’analisi e commento completi e puntuali dei principali testi filosofici di Giordano Bruno. Iniziando con il "De umbris idearum" e procedendo con le prime opere in latino, l’autore intende svelare le basi teoretiche della prima speculazione bruniana, destinate ad essere riprese, ampliate ed approfondite nei testi successivi, i "Dialoghi Italiani", così come, in una originale prospettiva atomistica, in quelli latini delle ultime fasi. Il "De umbris (...) idearum" costituisce in questa prospettiva il testo base della difficile e complessa speculazione bruniana: assolutamente lontano – come del resto indicato dalle esplicite affermazioni del filosofo di Nola – dall’impiego pragmatico e retorico della tradizionale arte della memoria, esso piuttosto costruisce progressivamente uno spazio di riflessione di natura ontologica, metafisica e teologica, con influssi sulle considerazioni razionali e naturali. In questo modo l’arte di memoria bruniana diventa la memoria di un arte filosofica civile, la necessità del ricordo di una possibilità del pensiero e della prassi incardinata sulla presenza di un plesso centrale creativo e dialettico, che progressivamente consente l’inserimento della principale innovazione escogitata dalla filosofia bruniana: il concetto dell’infinito. Direttamente tematizzato nei dialoghi in italiano, il concetto creativo e dialettico dell’infinito bruniano separa progressivamente l’autore nolano dalla tradizione neoplatonico-aristotelica, definendo in tal modo uno schema interpretativo della realtà diverso ed opposto rispetto a quello che – oltre l’apparente rivoluzionarietà della scienza moderna – ha innervato i principali sviluppi della civiltà occidentale moderna e contemporanea. (shrink)

Attraverso una breve e veloce premessa storico-critica e storico-filosofica il testo proposto fa emergere il tema del rapporto problematico sussistente fra l'attuale ideologia che sorregge il fenomeno economico, sociale e politico della globalizzazione internazionale dei capitali (soprattutto finanziari) ed i riflessi di ordine umano e naturale che ne sono l'effettiva conseguenza. Da un punto di vista psicologico, sociale ed educativo l'impianto ideologico neoliberista viene allora contrastato dalla ripresa di un pensiero critico, radicale e rivoluzionario, che riutilizza il principio dell'infinito creativo (...) e doppiamente dialettico, di lontana matrice presocratica e bruniana. Il testo analizza la progressione di avvicinamento a tale principio preparata dalle riflessioni di H. Marcuse, W. Reich, G. Deleuze, C. Castoriadis e A. Badiou. (shrink)

Come tutti gli ambiti teorici e pratici della civiltà occidentale anche la riflessione pedagogica viene investtita dalla potenza ideologica del neoliberismo, che intende trasformare e rivoluzionare a partire dagli anni '80 del Novecento tutte le forme in senso lato culturali sviluppatesi a partire dagli anni '60 e '70 del medesimo secolo. L'applicazione del principio della post-modernità frantuma e dissolve progressivamente le prospettive di cambiamento precedenti, assegnando alla civiltà capitalistica un'esistenza assoluta ed immodificabile. Tutti gli intenti che hanno di volta in (...) volta dimostrato di voler moderare e limitare (o condizionare) queste pretese non sono riuscite a raggiungere i propri scopi, favorendo al contrario la rincorsa regressiva operata dal sistema ideologico dominante. Solo la ripresa di una concezione di nuovo rivoluzionaria può invece, proprio a partire da una rinnovata pedagogia radicale e democratica, risolvere i problemi di mera sopravvivenza della civiltà umana e del suo contesto naturale, scatenati dalla illimitata volontà di potenza del neoliberismo economico e finanziario. (shrink)

Le argomentazioni presentate in questo testo costituiscono le conclusioni ultime e definitive di un lavoro di ricerca, che ha investito l’insieme dei "Dialoghi Italiani", riuscendo a reperire ed a far emergere quello che pare il nucleo più profondo ed importante – il vero e proprio elevato fondamento – della speculazione bruniana: la presenza attiva di un concetto triadico teologico-politico – il "Padre", il "Figlio" e lo "Spirito" della tradizione trinitaria cristiana – però riformulato attraverso il capovolgimento rivoluzionario di questa stessa (...) tradizione, attuato attraverso il concetto creativo e dialettico dell’infinito. In questo modo la stessa tradizione platonica pare subire una trasformazione essenziale, abbandonando qualunque forma di alienazione e negazione, per riaprirsi invece verso soluzioni che paiono riprendere moniti ed osservazioni suscitati dalle prime, grandi e maestose, speculazioni dei filosofi presocratici. Talete, Anassimandro, Anassimene, Parmenide, Eraclito ed Empedocle sembrano rivivere nei testi bruniani, riproponendo una soluzione ben diversa a quei nodi e problemi teoretico-pratici – fondamentale il rapporto Uno-molti e tutto ciò che da esso consegue, sia sul piano naturale che politico – apparentemente risolti e codificati dal pensiero postsocratico, prima platonico e poi aristotelico. L’inscindibilità del principio di libertà ed eguaglianza , attraverso il richiamo alla fonte amorosa infinita ed universale , consente alla riflessione bruniana di presentare per la prima volta nel panorama filosofico mondiale di tutti i tempi la possibilità di salvaguardare sia l’aspetto creativo naturale, che la diversità politica, presentando nel contempo un concetto di ragione capace di esprimere un movimento infinito sempre aperto ed attento alla molteplicità. In questa liberazione della potenza e della volontà dalle strettoie ordinate e gerarchiche della tradizione il pensiero e la riflessione di Giordano Bruno danno inizio alla modernità, ripresentandosi quale mirabile soluzione ogni qual volta potere e violenza paiono assestarsi e reciprocamente incrementarsi, in un circolo apparentemente indistruttibile. Allora i capitoli di questo libro – attraverso l’analisi di concetti importanti nella filosofia bruniana, quali quelli del desiderio e dell’immaginazione, della materia e della ragione – riattraversano la storia della definizione filosofica delle entità reali più importanti – Dio, Natura, Ragione, Uno – per mostrare un’opposizione fondamentale: l’opposizione fra la fusione speculativa apportata dal pensiero neoplatonico-aristotelico , attenta alla difesa della necessità ordinata di un mondo unico, e la liberazione speculativo-pratica bruniana, attenta a far rivivere la coscienza dell’infinito, in noi e fuori di noi. (shrink)

Transhumanism and Gnosis: A Parallelism The aim of this paper is to draw a parallel between the phenomenon of gnosis and transhumanism together with its ultimate version, posthumanism. After some methodological clarifications, the paper focuses on four confrontational axes: self-recognition, cosmic and anthropological dualism, the meaning of morality, death and suffering, and finally the promise of salvation. Finally, the two doctrines are framed within the context of the Gnostic revolution, emphasizing the sense of uprootedness and post-modernity to explain the resurgence (...) of these phenomena. (shrink)

The five-volume set Kant and Philosophy in a Cosmopolitan Sense contains the proceedings of the Eleventh International Kant Congress, which took place in Pisa in 2010. The proceedings consist of 25 plenary talks and 341 papers selected by a team of international referees from over 700 submissions. The contributions span 14 sections: Kant’s Concept of Philosophy; Theory of Cognition and Logic; Ontology and Metaphysics; Ethics; Law and Justice; Religion and Theology; Aesthetics; Anthropology and Psychology; Politics and History; Science, Mathematics, and (...) the Philosophy of Nature; Kant and the Leibnizian Tradition; Kant and the Philosophical Tradition; Kant and Schopenhauer; and Kant’s Heritage. Thanks to cooperation from the Schopenhauer Gesellschaft, the 2010 conference was the first in the history of the International Kant Congress to include a session on Kant and Schopenhauer. -/- . (shrink)

Paraconsistent Weak Kleene logic is the 3-valued logic with two designated values defined through the weak Kleene tables. This paper is a first attempt to investigate PWK within the perspective and methods of abstract algebraic logic. We give a Hilbert-style system for PWK and prove a normal form theorem. We examine some algebraic structures for PWK, called involutive bisemilattices, showing that they are distributive as bisemilattices and that they form a variety, \, generated by the 3-element algebra WK; we also (...) prove that every involutive bisemilattice is representable as the Płonka sum over a direct system of Boolean algebras. We then study PWK from the viewpoint of AAL. We show that \ is not the equivalent algebraic semantics of any algebraisable logic and that PWK is neither protoalgebraic nor selfextensional, not assertional, but it is truth-equational. We fully characterise the deductive filters of PWK on members of \ and the reduced matrix models of PWK. Finally, we investigate PWK with the methods of second-order AAL—we describe the class \ of PWK-algebras, algebra reducts of basic full generalised matrix models of PWK, showing that they coincide with the quasivariety generated by WK—which differs from \—and explicitly providing a quasiequational basis for it. (shrink)

Die vorliegende Arbeit zielt darauf ab, Momente der Husserlschen Phänomenologie hervorzuheben, in denen diese an ihre Grenzen stößt. Der Ausweis dieser Grenzphänomene, die in der Husserl-Literatur bisher noch nicht systematisch untersucht worden sind, steht im Zentrum der Arbeit. Der Autor hat sich systematisch mit phänomenologisch orientierten Autoren zeitgenössischer Philosophie auseinandergesetzt u. a. mit der Absicht, die Fruchtbarkeit der Husserlschen Analysen für die zeitgenössische Philosophie hervorzuheben.

Nicola Guarino is widely recognized as one of the founders of applied ontology. His deep interest in the subtlest details of theoretical analysis and his vision of ontology as the Rosetta Stone for semantic interoperability guided the development and understanding of this domain. His motivations in research stem from the conviction that all science must be for the benefit of society at large, and his motto has always been that ontologies are not just for making information systems interoperable, but – (...) more importantly – for ensuring that systems’ users understand each other. He was among the first to recognize that applied ontology must be an interdisciplinary enterprise if it is to capture the intended meaning of the terms used by an information system. (shrink)

This book explores what it means to exist in virtual worlds. Chiefly drawing on the philosophical traditions of existentialism, it articulates the idea that — by means of our technical equipment and coordinated practices — human beings disclose contexts or worlds in which they can perceive, feel, act, and think. More specifically, this book discusses how virtual worlds allow human beings to take new perspectives on their values and beliefs, and explore previously unexperienced ways of being. Virtual Existentialism will be (...) useful for scholars working in the fields of philosophy, anthropology, media studies, and digital game studies. (shrink)

My chapter deals with an important part of how Wolff pursued the normative ambitions of his ethics in giving practical guidance with regard to specific moral issues. I first consider how Wolff’s ethics tackles the duties to others, which traditionally represent a difficult issue for moral perfectionism. In this regard, I argue that Wolff’s strategy combines two aspects: (a) he includes in perfection non-active aspects and (b) operates with an agent-neutral notion of perfection, in spite of important passages that might (...) suggest differently. I then focus on Wolff’s treatment of the duties concerning veracity and lying, and show how it follows that general strategy. Combining its two aspects, Wolff examines specific moral issues by adopting a non-welfarist notion of benefit and harm as the standard that can give guidance about practical cases. (shrink)

This paper focuses on the relationship between Kant and the traditional view of dignity. I argue that some amendments to Sensen’s description of the traditional paradigm enable us to see more clearly both where Kant adheres to the latter and where his view is original. First, a consideration of Pufendorf’s use of dignity suggests (1) that, contrary to Sensen’s reconstruction, the traditional paradigm does not entail a connection between dignity and duties to oneself, and (2) that Pufendorf’s understanding of dignity (...) as a kind of esteem, as opposed to price, provides a crucial mediation between the traditional view and Kant’s view. Finally, I argue that the traditional understanding of dignity also includes a subordinate justificatory element that helps to explain Kant’s use of dignity in the Doctrine of Virtue. (shrink)

dolce, the first top-level ontology to be axiomatized, has remained stable for twenty years and today is broadly used in a variety of domains. dolce is inspired by cognitive and linguistic considerations and aims to model a commonsense view of reality, like the one human beings exploit in everyday life in areas as diverse as socio-technical systems, manufacturing, financial transactions and cultural heritage. dolce clearly lists the ontological choices it is based upon, relies on philosophical principles, is richly formalized, and (...) is built according to well-established ontological methodologies, e.g. OntoClean. Because of these features, it has inspired most of the existing top-level ontologies and has been used to develop or improve standards and public domain resources. Being a foundational ontology, dolce is not directly concerned with domain knowledge. Its purpose is to provide the general categories and relations needed to give a coherent view of reality, to integrate domain knowledge, and to mediate across domains. In these 20 years dolce has shown that applied ontologies can be stable and that interoperability across reference and domain ontologies is a reality. This paper briefly introduces the ontology and shows how to use it on a few modeling cases. (shrink)

This study explores the downsizing propensity of family and non-family firms by considering their territorial embeddedness during both periods of economic stability and financial crisis. By drawing on a panel dataset of Spanish manufacturing firms for the period 2002–2015, we show that, all things being equal, family firms have a lower propensity to downsizing than non-family firms. When considering the effect of territorial embeddedness, we found that territorially embedded family firms have an even lower propensity to downsizing than their non-family (...) counterparts. Furthermore, the concern of territorially embedded family firms for their employees’ welfare was particularly pronounced during the years of the global financial crisis. This result is explained by the existence of socially proximate relationships with the firms’ immediate surroundings, based on similarity and a sense of belonging, which push deeply rooted family firms to treat their employees as salient stakeholders during hard times. Overall, our study stresses the importance of local roots in moderating the relationship between family firms and downsizing. (shrink)

We extend de Finetti’s No-Dutch-Book Criterion to Gödel infinite-valued propositional logic.

The idea of autonomy, presented as Kant’s main achievement in the Groundwork and the second Critique, is hardly present in the ethics of the “Doctrine of Virtue”. Against Pauline Kleingeld’s recent interpretation, I argue that this does not amount to a disappearance of the Principle of Autonomy, but to an important development of the notion of autonomy. I first show that Kant still advocated the Principle of Autonomy in the 1790s along with the thought of lawgiving through one’s maxims. I (...) then argue that the role of autonomy in Kant’s later ethics has a different focus than in the previous works, which requires to connect autonomy with autocracy. Conversely, in the “Doctrine of Virtue”, autocracy, which Kant had employed before as an independent notion, is construed as a new layer of autonomy. What Kant there calls subjective autonomy is thereby considered as reason’s self-government in the maxims of each rational agent. -/- . (shrink)

In the past few years, a wave of protest has spread across the world. The particularity of these uprisings lies in the way the Internet is used to support them. Scholars have analyzed these movements as being closely related to a generation that relies on the Internet as a means of organizing themselves as a force of social change. That is, the Internet is seen as a way of promoting the active participation of young people in political issues. Public opinion (...) and the mass media hail the Arab Spring revolutions as movements beneficial to the democratization of oppressive regimes. By contrast, when disobedient movements emerge in democratic countries, they are generally more cautious in evaluating these movements as enriching democracy. This cautious opinion also concerns the use of social media. In this article, the so-called Twitter revolutions are discussed in light of the theories of social psychology that analyze the relationship between disobedience and democracy. (shrink)

A disaster is an occurrence disrupting a community’s normal functioning and existence. The disruption may render it impossible to comply with principles and to respect, protect, and fulfill rights as it happens in ordinary times; it may induce an overwhelming shortage of resources and make tragic decisions unavoidable. From its very beginning, the COVID-19 pandemic evoked the scenario of disaster medicine, where triage is likely to imply not simply postponing a treatment but letting someone die. However, it is not only (...) the health care system that faces disruption risks. Lockdown measures and other restrictions were imposed to curb the pandemic, impinging upon individual freedom as well as economic activities. The proposal of mandatory vaccination implied a suspension of the principle of autonomy, which is a fundamental pillar of modern medicine. Out of the ordinary balancing efforts may be required, and two questions arise. Do such exceptional circumstances suggest reconsidering the criteria to apply, especially when essential, life-saving treatments are at stake? Who should decide? Science offers the premises to build on, but the last word does not belong to science. It remains the province of ethics and politics. (shrink)

Autonomy is one of the central concepts of contemporary moral thought, and Kant is often credited with being the inventor of individual moral autonomy. But how and why did Kant develop this notion? The Emergence of Autonomy in Kant's Moral Philosophy is the first essay collection exclusively devoted to this topic. It traces the emergence of autonomy from Kant's earliest writings to the changes that he made to the concept in his mature works. The essays offer a close historical and (...) philosophical analysis of what prompted Kant to develop his conception of autonomy, charting the historical background which prompted his search, and thoroughly analysing different stages of his writings in order to see which element of autonomy was introduced at which point. The resulting volume will be of interest to both scholars and students of Kantian moral philosophy, as well as to anyone interested in the subject of autonomy. (shrink)

Recently, it has been argued that the use of Big Data transforms the sciences, making data-driven research possible and studying causality redundant. In this paper, I focus on the claim on causal knowledge by examining the Big Data project EXPOsOMICS, whose research is funded by the European Commission and considered capable of improving our understanding of the relation between exposure and disease. While EXPOsOMICS may seem the perfect exemplification of the data-driven view, I show how causal knowledge is necessary for (...) the project, both as a source for handling complexity and as an output for meeting the project’s goals. Consequently, I argue that data-driven claims about causality are fundamentally flawed and causal knowledge should be considered a necessary aspect of Big Data science. In addition, I present the consequences of this result on other data-driven claims, concerning the role of theoretical considerations. I argue that the importance of causal knowledge and other kinds of theoretical engagement in EXPOsOMICS undermine theory-free accounts and suggest alternative ways of framing science based on Big Data. (shrink)

For each integer n≥0, we provide an explicit functional characterization of the free n-generated BL-algebra, together with an explicit construction of the corresponding normal forms.

How is scientific data used to represent phenomena and as evidence for claims about phenomena? In this paper, I propose that a specific type of claims – evidential claims – is involved in data practices to define and restrict the representational and evidential content of a dataset. I present an account of data practices in the epidemiology of the exposome based on the notion of evidential claims, which helps unpack the approaches, assumptions and warrants that connect different stages of research. (...) I identify three different strategies to generate different types of evidential claims in this case. The macro strategy, which individuates the dataset that serves as the initial evidential space for research. The micro strategy, which is used to generate evidential claims about the microscopic and individual component of target phenomena. The association strategy, that uses evidence from the other strategies to identify a dataset as representation of the different levels and relations of exposure and disease. Differentiating between these strategies sheds light on the multi-faceted landscape of biomedical research on environment and health; and the roles of data and evidence in the process of inquiry. (shrink)

The aim of the paper is to shed light on some of the most original elements of Fichte’s conception of morality as expressed in his account of specific obligations. After some remarks on Fichte’s original classification of ethical duties, the paper focuses on the prohibition of lying, the duty to communicate our true knowledge, and the duty to set a good example. Fichte’s account of those duties not only goes beyond the mere justification of universally acknowledged demands, but also deploys (...) different arguments than his contemporaries, most notably Kant. Fichte thereby sketches a conception of morality in which the agent is crucially required to contribute to the morality of others. The chapter explores the contrast between Fichte’s view and Kant’s thought of an end in itself and suggests that Fichte’s view of morality amounts to a form of normative perfectionism that is qualified by the underlying claim of the agent-neutral character of moral demands. (shrink)