Giordano Bruno e il Problema della Modernita

Cosmos and History 1 (1):146-176 (2005)
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Abstract

Abstract: Il testo viene pubblicato per gentile concessione della casa editrice ESI ed e’ tratto dal libro di Stefano Ulliana “Il concetto creativo e dialettico dello Spirito nei Dialoghi Italiani di Giordano Bruno. Il confronto con la tradizione neoplatonico-aristotelica: il testo bruniano De l’Infinito, Universo e mondi”, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 2003. Le argomentazioni presentate ne Il concetto creativo e dialettico dello Spirito nei Dialoghi Italiani di Giordano Bruno (Il confronto con la tradizione neoplatonico-aristotelica: il testo bruniano De l’Infinito, Universo e mondi) costituiscono le conclusioni ultime e definitive di un lavoro di ricerca che ha investito l’insieme dei Dialoghi Italiani, riuscendo a reperire ed a far emergere quello che pare il nucleo più profondo ed importante—il vero e proprio elevato fondamento—della speculazione bruniana: la presenza attiva di un concetto triadico teologico-politico—il Padre, il Figlio e lo Spirito della tradizione trinitaria cristiana—però riformulato attraverso il capovolgimento rivoluzionario di questa stessa tradizione, attuato attraverso il concetto creativo e dialettico dell’infinito. In questo modo la stessa tradizione platonica pare subire una trasformazione essenziale, abbandonando qualunque forma di alienazione e negazione, per riaprirsi invece verso soluzioni che paiono riprendere moniti ed osservazioni suscitati dalle prime, grandi e maestose, speculazioni dei filosofi presocratici. Parmenide, Eraclito ed Empedocle sembrano rivivere nei testi bruniani, riproponendo una soluzione ben diversa a quei nodi e problemi teoretico-pratici—fondamentale il rapporto Uno-molti e tutto ciò che da esso consegue, sia sul piano naturale che politico—apparentemente risolti e codificati dal pensiero postsocratico, prima platonico e poi aristotelico. L’inscindibilità del principio di libertà (la figura teologica del Padre) ed eguaglianza (il Figlio), attraverso il richiamo alla fonte amorosa infinita ed universale (lo Spirito), consente alla riflessione bruniana di presentare per la prima volta nel panorama filosofico mondiale di tutti i tempi la possibilità di salvaguardare sia l’aspetto creativo naturale, che la diversità politica, presentando nel contempo un concetto di ragione capace di esprimere un movimento infinito sempre aperto ed attento alla molteplicità. In questa liberazione della potenza e della volontà dalle strettoie ordinate e gerarchiche della tradizione il pensiero e la riflessione di Giordano Bruno danno inizio alla modernità, ripresentandosi quale mirabile soluzione ogni qual volta potere e violenza paiono assestarsi e reciprocamente incrementarsi, in un circolo apparentemente indistruttibile. Allora i capitoli di questo libro—attraverso l’analisi di concetti importanti nella filosofia bruniana, quali quelli del desiderio e dell’immaginazione, della materia e della ragione—riattraversano la storia della definizione filosofica delle entità reali più importanti—Dio, Natura, Ragione, Uno—per mostrare un’opposizione fondamentale: l’opposizione fra la fusione speculativa apportata dal pensiero neoplatonico-aristotelico (antico, moderno e contemporaneo), attenta alla difesa della necessità ordinata di un mondo unico, e la liberazione speculativo-pratica bruniana, attenta a far rivivere la coscienza dell’infinito, in noi e fuori di noi. English Abstract: The arguments that have been presented in this essay, which are part of the book ‘The creative and dialectical concept of the Spirit in the Italian Dialogues of Jordanus Brunus. The comparison with the neoplatonic-Aristotelian tradition: the brunian text De l’Infinito, Universo e mondi’, constitute the ultimate and definitive conclusions of a body of research that has mainly focused on Bruno’s work “Dialoghi Italiani”. This research has managed to rise the deepest and most important core of the true foundation of Giordano Bruno’s speculative thinking—the active presence of a triadic theological-political concept of the Father, the Son and the Spirit of Christian tradition. However, this triad has also been reformulated through the revolutionary overturning of this tradition and realized through a creative and dialectical concept of the infinite. In this way the same Platonic tradition seems to undergo an essential transformation by abandoning any form of alienation and negation and indeed to open itself to recover those warnings and observations that the first great speculative thoughts of the Presocratics philosophers brought about. Parmenides, Heraclitus and Empedocles seem to come to life again in Bruno’s essays by proposing a different solution to those theoretical and practical problems such as the fundamental relation between One-many and what it can represent either at the natural level or at the political level which have been apparently solved and codified in the Platonic and Aristotelian thought. The indissolubility of the freedom principle (the theological character of the Father) and equality (the Son), through the use of the loving, infinite and universal source (the Spirit), allows Bruno’s reflection to present for the first time in the entire philosophical tradition the possibility of safeguarding the creative aspect as well as the political diversity. He achieves this by showing a concept of reason which is able to express the infinite movement that it is always open and measured (careful) towards the multiplicity. In this release of power and will from the ordered and hierarchical paths of the philosophy tradition, Bruno’s thought gave birth to Modernity.

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Stefano Ulliana
University of Padua (PhD)

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