Currently, anomalous lived temporality is not included in the main diagnostic criteria or standard symptom checklists. In this article, we present the Transdiagnostic Assessment of Temporal Experience, a structured interview that can be used by researchers and clinicians without a comprehensive phenomenological background to explore abnormal time experiences in persons with abnormal mental conditions regardless of their diagnosis. When extensive data gathered by this scale are available, it will be possible to delineate well-defined anomalous lived temporality profiles for each psychopathological (...) disorder. This instrument may also prove useful for clinicians by providing a more refined assessment of relevant psychopathological symptoms and an in-depth understanding of the patient’s abnormal behaviour as related to specific types of time experience. In the first part of the article, we provide a brief overview of the phenomenological concept of temporality, including pre-phenomenal and phenomenal time, synthesis, conation and synchronization, and of abnormal time experiences in persons affected by psychopathological conditions. In the following part, we describe the basic structure of the interview that comprises seven categories corresponding to the abnormal features of lived temporality: anomalies of synchrony, of time structure, of implicit time flow, of explicit time flow, and anomalous experiences of the past, the present and the future. The paper also includes a section on administration and scoring of the TATE scale, the complete interview and a Likert table for quantifying the frequency, intensity and interference with daily life of the phenomena explored. (shrink)

The purpose of this paper is to define and describe the main phenomenological dimensions of the life-world of persons prone to Feeding and Eating Disorders (FEDs), within the framework of a model that considers abnormal eating behaviour an epiphenomenon of a more profound disorder of lived corporeality and identity. The core idea is that persons with FEDs experience their own body first and foremost as an object being looked at by another, rather than coenaesthetically or from a first-person perspective. Alienation (...) from one’s own body and the need to feel oneself only through the gaze of the others can be illuminated by looking at it in the light of the Sartrean concept of feeling a lived-body-for-others. (shrink)

To provide a qualitative analysis of abnormal temporal experiences of persons affected by feeding and eating disorders. This is a naturalistic explorative study on a group of 27 patients affected by FED interviewed over a two-year period in a clinical/psychotherapeutic setting. Clinical files were analysed by means of Consensual Qualitative Research. Twenty-one out of twenty-seven patients affected by FED reported at least one ATE. The main categories identified are 1) Irruption of disturbing bodily experiences ; 2) Anxiety for the passing (...) of time ; 3) Ritualization/Digitalization of time. ATE are a relevant feature of the life-world inhabited by people with FED and may represent an important link between abnormal bodily experiences and disorders of personal identity in these patients. The sample number is small but our preliminary findings justify testing a larger number of patients. (shrink)

Eating is a fundamental part of human life and is, more than anything, a social activity. A new field, known as Computational Commensality has been created to computationally address various social aspects of food and eating. This paper illustrates a study on remote dining we conducted online in May 2021. To better understand this phenomenon, known as Digital Commensality, we recorded 11 pairs of friends sharing a meal online through a videoconferencing app. In the videos, participants consume a plate of (...) pasta while chatting with a friend or a family member. After the remote dinner, participants were asked to fill in the Digital Commensality questionnaire, a validated questionnaire assessing the effects of remote commensal experiences, and provide their opinions on the shortcomings of currently available technologies. Besides presenting the study, the paper introduces the first Digital Commensality Data-set, containing videos, facial landmarks, quantitative and qualitative responses. After surveying multimodal data-sets and corpora that we could exploit to understand commensal behavior, we comment on the feasibility of using remote meals as a source to build data-sets to investigate commensal behavior. Finally, we explore possible future research directions emerging from our results. (shrink)

Lettura prospettica di un caposaldo del pensiero hobbesiano: il sorgere del rapporto tra l'uomo ed il potere, tra la naturale condizione umana e la nozione di civiltà, attraverso due frammenti particolarmente rappresentativi della concezione hobbesiana del passaggio dallo stato di natura alla civiltà: il tredicesimo capitolo del Leviathan, sulla condizione naturale dell'uomo, ed il quinto capitolo, sulle cause ed origini della civitas, del De cive, giacché la mera esistenza dell'uomo ed il suo riconoscimento di una legge naturale, a giudizio di (...) Hobbes, non implica affatto necessariamente una qualsiasi forma consolidata di organizzazione sociale. Sebbene il De cive (pubblicato in latino nel 1642 e, in inglese, nel 1651) preceda cronologicamente il Leviathan (pubblicato, viceversa, dapprima in inglese, nel 1651, poi in latino, nel 1668), nell'ordine logico dell'esposizione qui presentata, il brano del Leviathan può essere considerato propedeutico al quinto capitolo del De cive, delineandone i presupposti, segnatamente la condizione di continuo pericolo per tutti causata dallo stato generale di reciproca guerra, che costituisce forse l'aspetto più noto (e frainteso) del pensiero hobbesiano. Per una migliore comprensione dei testi e delle differenti (spesso opposte) interpretazioni cui hanno dato vita, si è ritenuto di proporre, per quanto concerne i brani di Hobbes, tanto la loro traduzione in lingua italiana quanto le stesure originali in latino e inglese, presentate con i testi a fronte; tale scelta fornisce l'opportunità di osservare l'accurata scelta di alcuni dei vocaboli chiave della filosofia di Hobbes, la cui trasposizione da una lingua all'altra è stata spesso causa di fraintendimenti o volgarizzazioni in tutto o in parte ingiustificate. Allo scopo di offrire una più completa prospettiva del pensiero hobbesiano delineato nei brani selezionati, si è ritenuto di affiancare ad essi dei frammenti di interpreti novecenteschi (con delle sintetiche schede bio-bibliografiche) di alcuni concetti formulati da Hobbes e, segnatamente, di F. Tönnies, M. Horkheimer, L. Strauss, C. Schmitt, T. Parsons, N. Bobbio, H. Warrender. (shrink)

Si analizza lo stretto rapporto tra il diritto (in particolare, il linguaggio giuridico) e la comunicazione fin dall'antichità, segnatamente in relazione al concetto di legittimazione della sovranità; si esaminano alcuni aspetti metodologici comunicativi (in special modo informativi) e giuridici alla luce delle loro prospettive storiche ed economiche. Si presentano ed analizzano alcuni differenti orizzonti comunicativi, quali quelli propri delle scienze economiche e, nelle scienze giuridiche, quelli connessi alla struttura proposizionale e argomentativa del discorso giuridico, con particolare riferimento alle teorie dell'argomentazione (...) di R. Alexy e J. Habermas ed alla possibilità di delineare una procedura regolamentare per assicurarne il controllo di razionalità. La questione centrale affrontata è l'esigenza di conciliare le metodologie comunicative e i caratteri propri del diritto, senza snaturarne le rispettive funzioni. Uno dei nodi fondamentali è costituito dalle condizioni di accessibilità e partecipazione alla comunicazione e all’informazione giuridica, elementi socialmente critici, connessi all'attuazione del principio di eguaglianza in ogni ordinamento giuridico. La distanza tra l'esoterica sfera del linguaggio giuridico e la dimensione concreta dei suoi destinatari, in massima parte soggetti ai quali spesso non ne risulta comprensibile tanto la forma quanto il contenuto (ma non per questo meno coinvolti negli effetti provocati dall'applicazione del diritto), richiede la ricerca di soluzioni complesse ed articolate, non esauribili nella mera applicazione delle pur elaborate e raffinate metodologie comunicative, spesso attuabili senza particolari adattamenti in molti casi di interazione con altre discipline. Infine, si esaminano le ulteriori opportunità offerte dallo sviluppo di nuove tecnologie e dalla loro applicazione al diritto, riscontrandovi la medesima esigenza di appropriate valutazioni e variazioni per il loro adattamento alle particolarità della comunicazione giuridica. (shrink)

The essay analyzes the relation between Law and Communication from a philosophical point of view. The Author criticizes the position which considers Law just a deductive structure bounded in its definitions. Law is – on the contrary – an expression of social life, and so Law itself is not only a whole of apodictic proposition, but it is also the world of persuasion and probability: this means that Logic and Rhetoric are both parts of Law. Communication – thus – is (...) not a technique employed in Law: it is an essential share of Law as it is a Human product. (shrink)

Il concetto di democrazia ed i progetti di costituzione elaborati da Rousseau vengono posti a confronto con la teoria del governo rappresentativo di Guizot: in particolare vengono esaminate le prospettive olistiche e individualistiche nel processo di individuazione della volontà generale attraverso il suffragio. Il ruolo della volontà prevale nella teoria rappresentativa di Rosseau, mentre per Guizot la ragione deve essere predominante sulla volontà. La libertà viene considerata irrinunciabile da Rousseau, che però non accetta una libertà di fede, preferendo l'istituzione di (...) una religione civile obbligatoria. Guizot riprende il concetto di cittadinanza esposto da Kant e lo pone come condizione necessaria per l'elettorato attivo, contro una visione democratica rivoluzionaria. Il concetto di corpo politico, nella prospettiva di Gonzague de Reynold Cressier, presenta notevoli affinità con la teoria del governo rappresentativo di Guizot, che si fonda sulla concezione di una società divisa in classi che devono permanere ben distinte, ma unite nel perseguimento dell'interesse generale. A tal fine, l'etimologia dell'espressione “democrazia” viene ricondotta ai demi (le tribù attiche) ed alle loro capacità censuarie e non al popolo, né come totalità, né come insieme di individui. (shrink)

In a previous paper, we discussed a model that considers abnormal eating behaviour epiphenomena of a more profound disorder of lived corporeality and identity (Stanghellini and Mancini, this issue). The core idea is that persons with FEDs experience their own body first and foremost as an object being looked at by another, rather than coenaesthetically or from a first-person perspective. In this paper, alienation from one’s own emotions, disgust and shame for one’s body of persons with FED, will be discussed (...) in the light of the embodiment and identity model of FED. (shrink)

Este artículo busca dar cuenta de los problemas inherentes al subjetivismo desde el concepto del otro a través de dos exponentes de la fenomenología como son M. Merleau-Ponty y M. Heidegger, buscando las similitudes teóricas entre estos filósofos. Desde conceptos como “inter-corporalidad” merleaupontiano y el dasein heideggeriano apreciaremos la necesidad ontológica del hombre por el otro, el cual lo constituye, y lo muestra como un ser inter-subjetivo.Este artículo busca dar cuenta de los problemas inherentes al subjetivismo desde el concepto del (...) otro a través de dos exponentes de la fenomenología como son M. Merleau-Ponty y M. Heidegger, buscando las similitudes teóricas entre estos filósofos. Desde conceptos como “inter-corporalidad” merleaupontiano y el dasein heideggeriano apreciaremos la necesidad ontológica del hombre por el otro, el cual lo constituye, y lo muestra como un ser inter-subjetivo. (shrink)

Già nel 1821 Guizot ammonisce il governo francese, ma più generalmente tutti gli operatori del diritto, contro il diffondersi dell'impiego della teoria dei “fatti generali” nei processi per reati politici, considerandola un'intollerabile ingerenza politica nella sfera della giustizia e della sua amministrazione. Nei processi penali, l'esposizione e l'esame di fatti generali, “sans rapport direct et visible avec les accusés”, viene criticata da Guizot in quanto usualmente adottata come strumento per colpire fazioni opposte al potere dominante, obbligato, in assenza di fatti (...) e prove specifiche, a piegare la magistratura ai propri desideri, trasformando delle opinioni in autentici reati, contestandone l'uso illegittimo sia da parte dell'inquisizione che del comitato di salute pubblica. In una vicenda contemporanea (l'indagine della procura della repubblica di Roma nei confronti dei dirigenti responsabili del servizio per le informazioni e la sicurezza democratica - SISDE) si può rilevare l'applicazione della teoria dei fatti generali in circostanze opposte a quelle osservate da Guizot; invece di supplire all'assoluta assenza di un qualsiasi reato (assenza comunque caratteristica della maggioranza dei complotti politici, finché non sono posti in atto), dei fatti generali vengono addotti, come strumenti, a fianco di circostanziati, precisi ed individuali indizi (se non addirittura prove, ampiamente documentabili) di reati penalmente rilevanti, relativi a circostanze e fatti niente affatto in fieri, piuttosto accertati e continuati, provocando nuove accuse fino a configurare un autentico tentativo di complotto ai danni delle istituzioni della repubblica. Indipendentemente dall'esito dell'inchiesta, la scomparsa (se non dal codice, almeno dalla prassi giudiziaria) dell'uso di ipotesi cospiratorie e della teoria dei fatti generali costituirebbe un significativo progresso nella civilisation giuridica, facendo tesoro di quanto Guizot esprime sulle cause e conseguenze di tali strumenti e contribuendo a marcare decisamente il limite che separa la giustizia dalla politica. (shrink)

El arte poético ha tenido múltiples interpretaciones en la historia de la filosofía, que van desde los presocráticos hasta nuestros días. Martin Heidegger, como filósofo, reivin- dicó la poesía y al poeta como representante de una forma de pensar que, si bien es diferente de la filosofía, comparten una misma esencia: la pregunta por el sentido del ser. A partir de dicha pregunta se fundamentan todos los tópicos que recorren su obra. Uno de ellos, relacionado con la poesía, es el (...) concepto de lo divino. Nuestra intención será exponer dicha relación, para así preguntarnos qué posibilida- des hay, desde la perspectiva heideggeriana, de la aparición de un nuevo dios para el hombre contemporáneo y, cuál sería el rol que cumple el poeta dentro de esto. Para ello, comenzare- mos preguntándonos por la esencia de la poesía y la misión de los poetas. Dentro de esto, trataremos de realizar un breve análisis sobre la concepción heideggeriana de la divinidad, y como ella está intrínsecamente relacionada con el hábitat del hombre. Luego pasaremos, desde la visión de Heidegger, a un análisis del mundo contemporáneo y, como a partir de este, podemos pensar la posibilidad del nuevo dios que vendrá: el último dios. Por último, vamos a exponer la función de los poetas denominados ‘futuros’ para la llegada de este dios. (shrink)

Alexy si prefigge di individuare quale argomentazione sia razionale (rationaler), ma soprattutto di quali argomentazioni siano inaccettabili poiché del tutto irrazionali: l'autore intende così fornire un criterio di individuazione che possa soddisfare le esigenze del ragionamento giuridico (principalmente quello giudiziario). La ricerca di Alexy non si propone di affermare un giudizio di valore su cosa possa essere considerato effettivamente morale o giuridico e cosa non possa esserlo, vale a dire una particolare decisione, come esito finale del ragionamento, mentre tutto il (...) suo impegno filosofico è diretto verso la definizione delle condizioni metodologiche per la correttezza del ragionamento stesso, allo scopo di scongiurare o, comunque, individuare eventuali irrazionalità. La teoria dell'argomentazione giuridica di Alexy si presenta come un insieme di regole che possono essere considerate una summa ricavata in parte dalla logica formale: accanto a queste rigorose formulazioni, però, si possono osservare anche i contributi della logica induttiva e gli strumenti della retorica, relativi alla verifica delle premesse, come il principio dell'onere dell'argomentazione o del precedente. Le regole individuate da Alexy si dividono essenzialmente in due principali categorie: la prima concernente il discorso pratico generale, la seconda riguarda invece il discorso giuridico, inteso come caso particolare del primo. Nei capitoli seguenti si procede dunque all'analisi di alcuni aspetti della teoria dell'argomentazione, tenendo conto anche delle osservazioni formulate dallo stesso Alexy in risposta alle critiche ricevute, tentando di distinguere i validi contributi della teoria stessa da quegli aspetti che possono apparire eccessivi e inadeguati rispetto alla metodologia adottata. La posizione metodologica debole di Alexy, che mira solo all'esclusione dell'estrema irrazionalità, non risulta poi davvero così “debole” e provoca le critiche di O. Weinberger, J. Habermas, N. MacCormick e J. Raz. L'obiettivo che la teoria di Alexy sembra prefiggersi e mancare, o quanto meno non essere in grado di giustificare adeguatamente il metodo elaborato per conseguirlo, è soprattutto l'elaborazione di una procedura di giustificazione esterna. I severi limiti che lo stesso Alexy pone preliminarmente al proprio progetto vengono infranti, seppure in senso debole, estendendosi al di fuori dell'orizzonte limitato della razionalità relativa al diritto vigente, qualunque esso sia: Alexy non è del tutto fedele alle proposte avanzate con la sua prospettiva debole, in particolare alla netta separazione tra argomentazione e decisione. La neutralità del criterio di controllo di razionalità contrasta, infatti, con qualsiasi pretesa di giustizia, se, come sostenuto da Alexy, deve essere intesa come relativa ad un ordinamento giuridico positivo. Un contributo importante dell'opera di Alexy è la definizione estensiva del concetto stesso di argomentazione elaborata dall'autore che riafferma la complessità e l'apertura del discorso giuridico ben oltre i limiti posti dalle metodologie che ne costringono l'orizzonte entro un rigido logicismo giuridico. Il metodo adottato da Alexy rappresenta un valido contributo anche per lo statuto epistemologico della scienza giuridica, distinguendo l'elaborazione scientifica delle procedure per garantire il controllo di razionalità dalla certezza dei risultati conseguibili. Una volta accettata la sua funzione solo nei suoi limiti storici e politici di strumento di notevole riduzione dell'ambito dell'irrazionalità del discorso giuridico e dei suoi esiti, si può valutare correttamente tutta la portata della teoria, “non definitiva”, elaborata da Alexy e la sua struttura aperta nei confronti di ogni specie di ragionamento giuridico, come prescritto dall'ultima regola di transizione del discorso pratico generale, che espone tutta la teoria dell'argomentazione ad un perenne confronto dialettico con ogni possibile e diversa tesi. (shrink)

Alexy intende fornire un criterio di individuazione di cosa sia razionale, ma soprattutto di cosa non possa rientrare in una tale definizione nel ragionamento giuridico. La razionalità cui si riferisce l'autore può essere identificata con la ragion pratica di Kant, per quanto concerne il discorso pratico, alla quale si associano le esigenze della specifica razionalità giuridica, come nel caso della “dogmatica” così definita da Alexy, che si propone dichiaratamente di formulare una teoria procedurale del discorso giuridico inteso come caso particolare (...) del discorso pratico, procedendo ad un'attenta analisi delle dottrine filosofiche, in special modo della filosofia tedesca, spaziando dal pensiero aristotelico alla filosofia del linguaggio di Wittgenstein, comprendendo i più recenti sviluppi della filosofia giuridica e di teorie critiche della società e della comunicazione come quelle di Habermas. La natura del discorso giuridico, secondo Alexy, è contrattuale, fondata sull'accordo tra i parlanti. Alexy si pone la questione della razionalità del discorso giuridico, delle argomentazioni, nell'ambito di un qualsiasi ordinamento giuridico positivo. Elementi centrali del discorso giuridico sono, per Alexy, la pretesa di correttezza (che costituisce il punto di saldatura tra diritto e morale) e il principio di universalizzabilità. La pretesa di correttezza è il nodo da cui si sviluppa la posizione non positivista dell'autore, introducendo la possibilità di una verifica, non solo formale, del discorso giuridico. Da un lato la correttezza comporta l’osservanza formale di un ordinamento vigente, dall'altro si eleva al di sopra di ogni particolare diritto positivo. Il principio di universalizzabilità ripropone l'approccio morale kantiano come istanza di controllo, anche nell’analisi del discorso giuridico. Le regole definite da Alexy, a dispetto della natura procedurale della sua teoria, non si limitano solo alla struttura formale e logica del linguaggio, ma comprendono anche condizioni e comportamenti di natura esterna alla sola analisi filosofica del linguaggio. Le regole individuate da Alexy si dividono essenzialmente in due principali categorie: la prima concernente il discorso pratico generale, la seconda riguarda invece il discorso pratico giuridico, inteso come caso particolare del primo. (shrink)

L'importanza del significante non deve far sì che questo sia interpretato come l'unica componente del linguaggio umano, sebbene ne sia una delle più elevate; pur intendendo la comunicazione umana come convenzionale, nel convenire occorre distinguere, tra convenzione essenziale e funzionale: è certo vero che solo nella prima, nel linguaggio come nel diritto, si potrà incontrare il significante, ma nella seconda sono concentrati i molteplici prodotti della prima, che si presentano come precipitati o cristallizzati a seguito di una reazione chimica, che (...) hanno perso sì la dimensione esistenziale, ma hanno conservato origine e natura umane. Così deve essere debitamente considerato anche il ruolo del senso già dato, del significato positivo dei vocaboli: in particolare, proprio nel linguaggio giuridico, politico ed economico, si è sempre manifestato il bisogno di uno specifico vocabolario, se non di un gergo, che risponda con maggior aderenza o efficacia alle esigenze delle argomentazioni trattate. Nel linguaggio giuridico ed economico si può riscontrare una certa omogeneità nelle società complesse contemporanee, una comune tendenza alla generazione (o forse degenerazione) di terminologie e fraseologie esoteriche che si spingono ben al di là delle logiche e necessarie esigenze di specializzazione, somigliando più a gerghi approssimativi (ad esempio il legalese, per gli anglofoni, assume sempre più la fisionomia di un vero e proprio slang) che ad appropriati e scientifici codici comunicativi. Un fenomeno comune a tali linguaggi è il frequente ricorso alle sigle, abbreviazioni o acronimi, il cui uso generalizzato conduce spesso ad effetti in contraddizione con la loro causa originaria: espedienti linguistici apparentemente coniati allo scopo di migliorare, velocizzare ed estendere la comprensione di termini e concetti complessi, al contrario, generano frequentemente confusione e misunderstanding al di fuori del loro specializzato e ristretto ambito di provenienza e, qualche volta, anche all’interno. Un'adeguata risposta alla proliferazione e diffusione di nuove e sommarie terminologie, abbreviazioni e slogan, che solo apparentemente arricchiscono il lessico, restringendo sempre più, al contrario, l'ambito della convenzione essenziale, potrebbe essere forse ottenuta solo attraverso il recupero della dimensione ontologica del linguaggio, mantenendone sì l'elevato grado di specializzazione, ma non rinunciando per questo alla ricchezza espressiva tanto dei vocaboli quanto della fraseologia. (shrink)

Si esaminano gli argomenti di Trasimaco (anche alla luce della posizione di Callicle) e, segnatamente, il rapporto tra la legge e il potere costituito: il raffronto con il pensiero di Carl Schmitt prende avvio dal nodo centrale del significato attribuito al νόμος. Si analizzano le argomentazione nei dialoghi platonici per ricostruire la concezione del νόμος e gli elementi che possono fornire risposte indirette alla questione posta da Trasimaco, al di là della ricerca della definizione del concetto di giustizia, con particolare (...) attenzione alla legge ed alle forme di governo. Si esamina la relazione tra le tesi sulla sovranità elaborate da Schmitt e le teorie sul potere rintracciabili nelle posizioni di Trasimaco e di Callicle in rapporto ai frammenti di Pindaro ed Eraclito. Considerata la centralità della relazione amico-nemico nel pensiero di Schmitt, posta a confronto con le posizioni platoniche, si esamina la distinzione tra la concezione della legge come atto cognitivo di scoperta della verità e la sua fondazione sul principio della decisione da parte di chi detenga il potere sovrano, punto di arrivo dello sviluppo delle tesi hobbesiane da parte di Schmitt. (shrink)

The psychopathological analysis of hysteria is a victim of narrow conceptualizations. Among these is the inscription of hysteria in the feminine sphere, about body and sexuality, which incentivized conceptual reductionism. Hysteria has been mainly considered a gendered pathology, almost exclusively female, and it has been associated with cultural and/or religious features over time rather than treated as a psychopathological world. Further, hysteria has been dominated by conceptual inaccuracies and indecision, not only in terms of clinical features but also in terms (...) of its definition. For this reason, it seems necessary to “undress” hysteria from this feminization, sexualization, and corporealization with which it has been abundantly clothed over the years. “Undressing” hysteria will make possible a reconfiguring and deconstructing of the explanatory-causal model of Charcot and Freud. However, if we take out this cultural heritage, the stigma accompanying this diagnosis, and the weight of the enormous historical tradition that hysteria carries, the world of hysteria continues to constitute a domain full of complexity and nosographic challenges. Hysteria has been considered a sum of psychological behaviors and states illustrated by drama, mystery, or falsity. The difficulty in understanding the multiple somatic manifestations which characterize this clinical condition created several controversies and much confusion. In the current nosography, the personological component of hysteria has been separated from its symptomatic manifestation, in the Histrionic Personality Disorder and Conversion Disorder categories, respectively. This segmentation by descriptive nosography does contribute to a unitary understanding of the phenomenon and, consequently, of daily clinical practice. Clinical complexity can be grasped and deciphered only if the symptom is inscribed in the patient’s lifeworld and his/her subjective life history. Clinical practice is thus thought of in terms of a structural aggregation of a homogeneous set of phenomena, together constituting a specific way of being in the world. The starting point of this article is the evident modalities characterizing this life-world, taking care not to confuse the point of origin with the point of expression. (shrink)

For Guizot, legal sovereignty is a divine, absolute prerogative precluded from mankind. The best possible form of government is that based upon a representative system, since such a system continuosly shifts the attibution of power from one subject to another. Guizot's analysis, which also denies the modern democratic principle of the sovereignty of the will of the people, examines certain aspects common to all representative systems, such as the relationship between the elected and the electorate and between the majority and (...) the minority, independently of the extension of suffrage. In particular, Guizot examines the relationship between public opinion and the common interest in an optic which is beyond his time and proves to be very appropriate today. He consideres the common interest to be a virtual and hypothetical component of the representative relationship, pre-eminent as regards the indications ascertained through the majority vote. (shrink)

Analisi di più aspetti dell’argomentazione giuridica, esposti in quattro saggi. 1. La ricerca della verità nella testimonianza della vittima dei processi per stupro, partendo dalla vicenda biblica di Susanna e i vecchioni, dal processo seicentesco per lo stupro di Artemisia Gentileschi, passando per il romanzo “A Passage to India”, fino all’esame della più recente giurisprudenza (Susanna, Artemisa, Adela … ovvero la semplice verità, di Emanuele Filograna). 2. La giustificazione dialogica e monologica delle argomentazioni: confronto tra le tesi di E. Tugendhat (...) e R. Alexy in merito alla teoria del consenso come giustificazione ultima non solo dell’argomentazione, ma anche della decisione giuridica (Giustificazione, argomentazione e decisione giuridica. Teorie dialogiche e fonologiche: Alexy e Tugendhat, di Massimo Mancini). 3. Analisi del particolare status argomentativo della giustificazione dei diritti umani, con particolare riferimento alla loro natura assoluta o storica, esaminando le argomentazioni relative ai diritti alla vita, alla libertà ed all’integrità fisica, cui corrispondono le rispettive violazioni: l’uccisione, la schiavitù e la tortura (Problemi di argomentazione e giustificazione dei diritti umani, di Massimo. Mancini). 4. Illustrazione degli elementi di continuità tra il processo accusatorio antico (greco e romano) e moderno e, segnatamente, della terzietà del giudice e della cross-examination, attraverso l’esame dei processi ad Oreste, Socrate ed Apuleio (La Verità nel contraddittorio, di Roberto Paradisi). (shrink)

Cicerone presenta un sintetico compendio delle opere retoriche aristoteliche, con particolare attenzione alla dialettica giudiziaria, fornendo dapprima una pratica catalogazione dei luoghi, che vengono distinti in intrinseci ed estrinseci allʼoggetto della discussione; successivamente, viene esaminata la natura delle questioni, suddivise in infinite (vale a dire generali) e finite, ontologiche e deontologiche. Lʼesposizione, pur essendo densa e breve, offre numerosi e interessanti illustrazioni di esempi di istituti giuridici e di dibattiti processuali, di attuale e particolare interesse per gli studiosi di logica (...) e argomentazione. (shrink)

Robert Nisbet's influential "Many Tocquevilles" is shown to be lacking in evidence for its contentions about Tocqueville's reputation from 1870 to 1940 and about American intellectuals' interpretations of his works after 1940. The uncritical reception accorded to "Many Tocquevilles" led to distortions of Tocqueville's thought and an erasure of an important part of the historical record, resulting in significant harm to the field. Nisbet made his unsupported assertions to bolster conservative political positions. Tocqueville was widely read between 1870 and 1940. (...) No evidence exists for Nisbet's claims about interpretations of Tocqueville's works supposedly made by subsequent American commentators. (shrink)

Si esamina, nell'esperienza giuridica, lo stato di eccezione nel senso più generale, come fenomeno straordinario, eventuale, ma che, una volta verificatosi, non possa rimanere giuridicamente ignorato né inspiegabile, analogamente al concetto del miracolo in teologia. Lo stato di eccezione non può essere neppure limitato alle sole condizioni di necessità; non può essere affrontato e risolto con le sole argomentazioni inerenti lo stato di costrizione, che rappresenta solo un aspetto della sua casistica, comprendente anche fattispecie create dall'esclusivo e libero esercizio della (...) volontà di chi provoca o determina lo stesso stato di eccezione. Per analizzare le caratteristiche del ragionamento giuridico nello stato di eccezione, si esaminano due casi. Il primo caso riguarda la cospirazione, il secondo caso di eccezione è la definizione giuridica dei diritti umani. (shrink)