Abstract
In tempi recenti si è registrata una ripresa del confronto tra psichiatri, psicopatologi e filosofi circa la natura della patologia psichiatrica. L’aspetto più interessante di questa rinnovata dialettica tra psicopatologia e filosofia sta nel fatto che essa viene in ampia parte promossa da psichiatri, che per anni hanno svolto ricerche nel campo della psichiatria biologico-riduzionista. Le domande cui costoro cercano di dare risposta sono: Che cos’è una condizione psicopatologica? Quando dovremmo adottare una spiegazione causale e quando dovremmo adottare una spiegazione motivazionale? Quali sono le intuizioni o i principi che spingono gli psichiatri a scegliere tra spiegazioni causali e non causali? Quale il confine tra cause e motivi? Nella prima parte di questo lavoro cercheremo di mostrare come la psicopatologia, al pari di tutte le altre scienze, per indagare il proprio oggetto d’indagine parte da un’impostazione di fondo non deducibile dai risultati della ricerca psicopatologica. Questa impostazione di fondo, in relazione alla posizione che si intende proporre in questo lavoro, riguarda l’ontologia dell’oggetto di studio della psicopatologia. Dopo una sintetica descrizione dei tratti fondamentali della fenomenologia e dell’ermeneutica su cui si basa l’approccio qui proposto, si cercherà di delineare un quadro teorico complessivo al cui interno poter dare risposta alle domande sopra indicate.