Abstract
La teoria delle élite, sviluppata da Pareto, Mosca e Michels, è una teoria antidemocratica perché nega il principio fondante della democrazia, cioè la competenza politica dei cittadini. La teoria, tuttavia, ammette diverse letture, tra cui una lettura democratica, che influenzò gli autori liberali e antifascisti italiani come Gobetti, Dorso, Burzio, Einaudi, Croce, Salvemini. Bobbio interpreta questo aspetto democratico dell'elitarismo non come la negazione dell'esistenza di regimi democratici, ma come una visione realistica della "democrazia così com'è", e non idealista di "come dovrebbe essere". Bobbio viene così inserito tra gli autori ispirati alla dottrina dell'elitarismo democratico, come Hans Kelsen e Joseph Schumpeter. Da questa prospettiva, Bobbio analizza l'influenza che l'elitismo ha avuto sulla sinistra socialista e comunista italiana e internazionale, in particolare sul pensiero di Antonio Gramsci. Il presente lavoro discute una possibile lettura "elitaria" del pensiero politico gramsciano, che mostra le critiche e le differenze che lo separano dagli elitisti, ma allo stesso tempo gli elementi di una teoria elitista di Gramsci presenti in alcuni concetti chiave della sua concezione politica: intellettuali, partito, egemonia, blocco storico, avanguardia, relazione massa/intellettuali governanti/ governati.