Noesis 35:253-271 (
2020)
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Abstract
L’obiettivo di questo saggio è duplice: da una parte, riconsiderare in quali termini la figura di Carl Schmitt possa essere considerata quella di un «pensatore europeo»; dall’altra, mettere in luce la particolare idea di Europa che agita molti degli scritti schmittiani dagli anni venti del Novecento fino al secondo dopoguerra. Tutto lascia supporre Schmitt sarebbe un fiero critico dell’assetto politico europeo attuale. Il problema colto da Schmitt è la frizione tra una costruzione giuridica meramente formale e una entità giuridicamente definita ma dotata anche di vitalità politica. Lontana dall’essere il luogo per eccellenza della decisione, Schmitt intuisce che l’Europa comunitaria sarà un burattino, formalmente perfetto e tuttavia privo di quella vita che soltanto il «politico» è capace di donare.