Abstract
Nella storia della metafisica è stato un grande problema come chiarire l’idea della coincidentia oppositorum (la coincidenza degli opposti) di Cusano, il quale è riconosciuto comunque da Cassirer come il primo epistemologo del pensiero moderno, in particolare come colui che ha saputo conquistare l’infinito alla mente umana. Dopo alcuni secoli, ha avuto una grande importanza una idea simile a quella di Cusano, la dialettica di Hegel, la quale aggiunge una negazione ad una prima frase negata per ottenere una sintesi in termini generali. Ma poi queste idee sono state sempre meno seguite, eccetto che nel XX secolo da un filosofo non accademico, Lanza del Vasto che ha criticato Hegel e si è ricondotto a Cusano.
Nello scritto esamino questa tematica mediante gli strumenti recentemente forniti dalla logica matematica, già verificati sugli scritti di altri scienziati; essi sono capaci di distinguere con precisione che cosa, negli scritti di uno studioso, è un passaggio logico formale e che cosa è una semplice illazione, derivata dalla conoscenza comune o dalla sua creatività; e se è un passaggio logico, decidere di che tipo di logica è.
Per mezzo di questo metodo formale, i) presento alcune caratteristiche del ragionare di Cusano; ii) critico il metodo di Hegel; il risultato si accorda con la analisi critica di Hegel che Lanza del Vasto ha compiuto in maniera intuitva; iii) dimostro che la relazione tra Cusano e Lanza del Vasto è più forte di quanto dichiara quest’ultimo; iv) suggerisco una spiegazione della coincidentia oppositorum, chiarendo che la novità di ragionare in logica non classica è stata così innovativa che il tentativo di Cusano di precisarne il metodo è risultato in una scorciatoia, non errata ma valida solo in alcune situazioni; mentre è stato deviante il tentativo di Hegel; Lanza del Vasto, che ha portato un contributo al metodo di Cusano, si è comunque reso conto che occorreva arrivare a formalizzare un nuovo tipo di logica, che oggi risulta essere quella non classica.
In definitiva, occorre attribuire a Cusano il merito di aver suggerito una nuova maniera di razionalità logica, quella capace di ragionare in logica non classica e di averne dato, sia pure in maniera imprecisa ed oscura, una prima formalizzazione.