Per una filosofia dei pronomi: Rosenzweig e la grammatica
Teoria 28 (1):137-147 (
2008)
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Abstract
In che senso Rosenzweig parla di «nuovo pensiero»? In che cosa consiste l’auspicato rinnovamento della filosofia? E in che modo si viene dunque profilando il futuro del nuovo pensiero? A partire dalla Stella l’attacco è sferrato contro la tradizione filosofica occidentale «dalla Jonia a Jena» che, dopo aver eliminato l’«oscuro presupposto » della morte, e creduto di abolire l’angoscia per la morte in cui vive il singolo, può presentarsi priva di presupposti, incondizionata, assoluta, e far valere il suo inganno vecchio di due millenni, cioè l’idea di un pensiero unidimensionale che nella sua unità e totalità non lascia fuori di sé residui e resti. Contro questa vocazione totalizzante e totalitaria della vecchia filosofia muove Rosenzweig. E il primo passo sta nel ricominciare da quel presupposto negato, dalla morte del singolo, che non è nulla ma è qualcosa, sta dunque nel nullificare il nulla nichilistico, nel dire sì, riprendere il cammino dal singolo e dalla sua vita. Perciò: se la vecchia filosofia conduce dall’abolizione della morte alla teoria, la nuova filosofia vorrebbe condurre dalla morte alla vita o, meglio, alla Porta che si apre sulla vita