Abstract
Nel 1488 Laura Cereta compone una lettera indirizzata a Bibulus Sempronius, al quale scrive una risposta indignata. Secondo Cereta, quest’uomo debole, spudorato e fuorviato non è in grado di riconoscere le virtù femminili; in più non è a conoscenza di importanti figure femminili prosperate in passato e non si mostra il doveroso rispetto nei confronti delle donne intellettuali. Per questi motivi, viene esaminata la difesa da parte dell’autrice delle capacità intellettuali diachroniche delle donne, nonché la contestualizzazione della comprensione e dell’integrazione dei valori umanistici nella sua opera. Inoltre, Cereta sottolinea la necessità dell’educazione femminile e il diritto delle donne ad essere riconosciute intellettualmente uguali accanto agli uomini illustri.