Equity and Moderation: The Reception and Uses of Aristotle's Doctrine of epieikeia in the Thirteenth-Century Ethics
Abstract
Lo studio esamina il tema della legge umana e dell'equità , che risulta di notevole importanza per la comprensione della filosofia pratica aristotelica, in Roberto Grossatesta, Alberto Magno e Tommaso d'Aquino a partire da Ethica Nicomachea V. 10. Dopo una breve premessa in cui si espongono le linee guida del saggio, l'A. si sofferma sul capitolo aristotelico, per poi esporre lo status questionis nei canonisti medievali e nei testi pastorali prima della ricezione dell'Etica; l'ultima parte è dedicata al significativo apporto che questa ha dato alla discussione medievale. Se Grossatesta fa ampio ricorso a tale nozione nella discussione del rapporto tra diritto naturale e diritto positivo, Alberto riafferma l'importanza di tale concetto e l'opportunità di utilizzarlo quando la legge, per il suo carattere di universalità, risulti inadeguata e sia necessario ripristinare la giustizia. La trattazione più sistematica è comunque offerta da Tommaso d'Aquino, in particolare nel commento all'Ethica Nicomachea e nella Summa theologiae, che impiega la nozione di aequitas in un senso più vicino a quello aristotelico che a quello dei canonisti o alla tradizione del diritto romano. La filosofia aristotelica è così all'origine di un rinvigorimento della discussione sull'aequitas canonica che offrirà nuovi sviluppi nel campo della filosofia morale e del diritto in epoca tardomedievale