Abstract
La cultura italiana, sospesa tra l’ammirazione incondizionata per don Lorenzo Milani e le accuse più infamanti e più offensive contro di lui e la sua scuola, non ha ancora fatto i conti con una pesante eredità, - umana e politica -, come quella lasciata dal priore di Barbiana. È una eredità ancora da scoprire e da comprendere nelle sue sfaccettature. Non è difficile ritenere di poter trovare in essa la chiave di un nuovo umanesimo contro le derive di una “società affluente” che separa ed emargina gli individui in ragione del loro avere piuttosto che del loro essere. La “rivoluzione nell’insegnamento”, condotta da don Lorenzo, nel suo “fare scuola” a Barbiana, è parte di questa eredità straordinaria, diventata oggetto di polemiche settarie e astiose. La lezione di vita, che ne è derivata, è rimasta quasi inascoltata allora, ed è stata consumata, nel frattempo, dalla dimenticanza e dalle scorie del tempo.