Abstract

This paper aims to analyse the notion of familiarity in Dewey’s pragmatism in order to show its important role as a tool for human beings to interpret the reality, manage it, and act within it. Starting from an examination of Deweyan transactional realism, the discourse focuses on familiarity and its related terms (such as “familiar,”“to familiarize,”but also opposites such as “unknown” or “strange”) in Dewey’s thought, to finally come to highlight its fundamental hermeneutic role. This might be useful to account for a subject of Deweyan thought not so deeply highlighted by scholarship and, at the same time, to show pragmatism’s closeness to hermeneutics regarding the relation between the human being and the real. Questo articolo si prefigge di analizzare la nozione di familiarità nel pragmatismo di John Dewey, per mostrare come essa sia uno strumento importante a disposizione degli esseri umani per interpretare il reale, orientarsi ed agire in esso. Partendo da un esame del realismo transazionale deweyano, il discorso passa a delineare il ruolo della familiarità ed affini (termini come “familiare”, “familiarizzare” ma anche gli opposti “estraneo”, “ignoto” ecc.) nel filosofo americano fino ad evidenziarne il fondamentale ruolo ermeneutico. In tal modo, è fornito un resoconto su un aspetto del pensiero deweyano non adeguatamente messo in luce dalla ricerca e nello stesso tempo si individua un importante punto di contatto tra pragmatismo ed ermeneutica intorno alla questione del rapporto dell’essere umano con il reale.