Abstract
In questo saggio viene esaminato il pensiero politico di Humboldt, di solito preso erroneamente per un liberalismo. Il suo congedo dallo Stato segna una riflessione critica che si interroga non sull'origine, bensě sul fine dello Stato, e ha una dimensione manifestamente an-archica. Privo di fondamento, lo Stato č solo un male temporaneo che puň essere tollerato se si costruisce la «comunitÀ» che Humboldt delinea sul modello della lingua. Perché č nella reciprocitÀ dei parlanti, delineata soprattutto nello studio Sul duale, che si puň trovare una via d'uscita alla opposizione tra universale e individuale. Mentre dischiude lo spazio del dialogo, la lingua indica una comunitÀ che č non meccanica, bensě organica.