Sul significato ultimo del desiderare deSidera come deCostellare (2017)

In Periagoge. Teoria della singolarità e filosofia come esercizio di trasformazione (II ed.). Verona, Italy: QuiEdit. pp. 445 (2017)
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Abstract

il verbo latino «desiderare» deriva dal composto latino della particella "de-" con il termine "-sideris", plurale di "sidera", che significa pertanto "stelle". Quindi il desiderio non ha a che fare con una singola stella, ma con un insieme di stelle. Perché? Gli antichi collegavano idealmente nel cielo le stelle fino a formare le costellazioni, e queste erano necessarie non solo per orientarsi (ad es. nel mare), ma anche a livello esistenziale (l’astrologia). Il problema è che finora la parola de-Sidera è stata interpretata come il sentimento di una «mancanza» di costellazioni, cioè di punti di orientamento, magari con stravaganti riferimenti al De bello gallico di Giulio Cesare. In queste pagine del 2017 dimostro che è possibile una interpretazione alternativa partendo dall'interpretazione della particella "de-" in quanto finora essa è stata interpretata unicamente come un prefisso privativo. Eppure "de-" oltre a un significato privativo nel senso di sentire la mancanza di stelle, può indicare anche una negazione. In pratica interpretare de-siderare nel senso di nostalgia delle stelle sarebbe come interpretare de-costruire come "nostalgia delle costruzioni"! In realtà de-Sidera non significa affatto nostalgia delle stelle, bensì, molto più radicalmente «de-Costellare» nel senso di negare la costellazione che imprigiona e abbruttisce la mia esistenza attuale negli affanni della routine quotidiana, per cercare, oltre tale costellazione fatalistica, cioè il DESTINO, quella che corrisponde meglio alla mia vera DESTINAZIONE, nel senso di vocazione. Il de-siderio non è quindi nostalgia delle stelle, ma ricerca della costellazione che corrisponde alla propria vocazione.

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