Orizzonti in sospensione: Ralf Dahrendorf e la democrazia rappresentativa

Roma: Edizioni Nuova cultura (2018)
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Abstract

Nel pensiero politico di Ralf Dahrendorf un tema ricorre costantemente, sia che si tratti di liberalismo sia della democrazia rappresentativa: le costituzioni politiche sono radicate nelle strutture sociali, stato politico e stato sociale sono mutualmente interdipendenti. In assenza di specifiche strutture sociali, la democrazia rappresentativa non può divenire effettiva, e quindi corrispondere a una realtà evidente perfettamente valutabile. Ancora. Le strutture sociali pongono limiti molto ristretti all’effettività delle forme politiche. Esistono, in altri termini, precisi elementi strutturali che permettono l’oggettivazione della democrazia liberale, e non altri. Si tratta certo di una concezione che deve molto a Tocqueville, la sua immagine illumina il pensiero dahrendorfiano sulla democrazia. Pur tuttavia non è l’unico elemento ricorrente. Ideale e reale qui si confrontano. L’idea di democrazia, infatti, si misura con la realtà sul terreno della prassi politica. Non a caso Ralf Dahrendorf è presente in quattro diversi parlamenti in cui ha visto all’opera il cambiamento senza violenza, l’argomentazione razionale, l’espressione della maggioranza e il controllo del governo. Non si tratta solo dei princìpi fondamentali della teoria politica democratica, ma anche della sua formula politica, con la quale interpreta i cambiamenti negli spazi politici globali. Si tratta di spazi nei quali il potere è libero da vincoli, si misura sulla base di rapporti di forza, non conosce regole e procedure se non quelle dell’economicismo, della tecnica, della finanziarizzazione. Tuttavia lo Stato nazionale e la democrazia parlamentare sono ancora decisivi. Proprio perché pensa questo, egli crede che nello spazio globale i principi della democrazia rappresentativa devono essere tradotti in realtà. Certo, Dahrendorf non è in grado di indicare nuove soluzioni, ma si limita a mostrare delle semplici proposte per gestire il dibattito pubblico nel passaggio da una democrazia classica ad una «nuova democrazia».

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