Per una Lettura Analitica dell'Ontologia di Martin Heidegger (1927-1930): i Modi dell'Essere

Rivista Teologica di Lugano 23 (1):155-173 (2018)
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Abstract

A partire dalla celebre disputa tra Martin Heidegger e Rudolf Carnap, avvenuta nella prima metà del secolo scorso, circa la significatività della metafisica, la filosofia ha iniziato a indirizzarsi verso due canali differenti e per lo più paralleli, quelli della filosofia analitica e della filosofia continentale. Nonostante attualmente si ricorra spesso a questa distinzione in maniera dogmatica, il presente articolo mira a definire i contorni di un recentissimo dibattito tra alcuni filosofi contemporanei di stampo analitico in merito alla ricezione e alla comprensione di alcune tesi di Martin Heidegger. L’argomento risulta di particolare interesse non solo al fine di introdurre all’interno del panorama filosofico italiano un dibattito ancora poco studiato, ma anche perché porta con sé un notevole esempio di dialogo tra i due approcci alla filosofia sopramenzionati. Il focus centrale del dibattito riguarda la nozione filosofica di «modi d’essere», così come elaborata da Kristopher McDaniel e Joshua Tepley, che individuando in Heidegger un sostenitore della tesi aristotelica secondo cui «l’essere si dice in molti modi», cercano di smarcarsi dalla celebre dottrina di W. V. O. Quine e dai suoi sviluppi univocisti. La dottrina univocista rispetto al predicato d’esistenza gioca un ruolo di predominio nella metafisica analitica contemporanea e trova nel filosofo americano Peter van Inwagen uno dei massimi esponenti. Il fine della strategia di McDaniel consiste nel richiamarsi a Heidegger allo scopo di fornire una fondazione non solo della nozione polivoca dell’essere, analiticamente tradotta in ontological pluralism, bensì anche della sua struttura analogica. Joshua Tepley, dal canto suo, si preoccupa invece di fornire un’interpretazione della filosofia heideggeriana maggiormente appetibile, a suo dire, ai filosofi analitici traducendo i vari modi dell’essere, e l’essere stesso, in termini di «proprietà» degli enti. Nelle seguenti pagine si offrirà una panoramica esaustiva di questo dibatto fornendo, al termine di essa, alcune osservazioni critiche sia di carattere speculativo sia in merito all’effettiva coerenza con l’opera di Martin Heidegger.

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Luca Banfi
University College Dublin

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