Abstract
Questo saggio riflette sull’esperienza del tempo come fattore di coesione sociale e sulla sua forza attributiva rispetto alle configurazioni del diritto. Al riguardo una componente decisiva è rappresentata dalla simultaneità dei regimi di storicità e dalla conseguente disputa sul passato. L’articolo ne segnala il rilievo nelle transizioni dalla dittatura alla democrazia e, in particolare, in quella italiana, del secondo Novecento. La trattazione si sofferma poi sulla disputa sulla memoria, per considerare la questione dei diritti alla verità, alla restituzione e al risentimento, evidenziando come la storia, se declinata in una prospettiva vittimologica, possa dare un contributo originale alla comprensione del problema della giustiziabilità del passato.