Do only computers scale? On the cognitive and social aspects of scalability

ENCYCLOPAIDEIA 14 (28):89-110 (2010)
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Abstract

La scalabilità è una proprietà desiderabile di sistemi informatici associata a metriche di performance. Più precisamente, un sistema è definito scalabile quando riesce a gestire, senza calo di prestazioni, un numero crescente di elementi, processi, quantità di lavoro e/o quando può essere espanso a piacimento. Progettare un sistema scalabile garantisce un’ottimizzazione dei costi e delle prestazioni, e della produttività di un’azienda. Questi scopi sono stati perseguiti, dagli anni Ottanta, attraverso numerosi studi sulla scalabilità, che sono stati sviluppati in un ambito esclusivamente tecnologico. Tuttavia, negli ultimi anni è sorto il bisogno di estendere la tradizionale prospettiva tecnologica della scalabilità perché troppo limitata considerata al di fuori delle organizzazioni e applicata alle situazioni di uso quotidiano delle nuove tecnologie. Per esempio, le rubriche dei telefonini sono tecnicamente scalabili: grazie alla funzione di ricerca, essi offrono un accesso immediato alle informazioni indipendentemente dal numero dei contatti memorizzati. Inoltre, il supporto di memorie digitali esterne molto capienti permette di inserire un numero pressoché illimitato di contatti. Le versioni più avanzate delle rubriche degli smartphones sono integrate anche con i social network come Facebook. Dal punto di vista cognitivo, negli utenti si crea un’illusione di essere in grado di gestire efficacemente reti sociali sempre più estese e ricche di contenuti. In realtà, vari studi hanno dimostrato che esistono dei limiti alla gestione di relazioni sociali rilevanti, quali il famoso numero di Dunbar. Pertanto, la prospettiva tecnologica sulla scalabilità è limitata nel senso che essa riesce a descrivere solo la performance di un sistema informatico, ma non ne spiega l’impatto su performance cognitiva e sociale. Un approccio alternativo potrebbe essere basato sul presupposto che la scalabilità è una proprietà importante non solo per computer e reti informatiche, ma anche per esseri umani e reti sociali. La comprensione della correlazione fra scalabilità tecnologica e umana, renderebbe possibile migliorare il design delle tecnologie per uso quotidiano. Per esempio, le rubriche dei telefonini, come anche i siti di social network, potrebbero ottimizzare l’accesso ai contenuti in base al significato delle relazioni sociali e della situazione nella quale sono considerate. Si può ipotizzare che la comprensione della scalabilità, sia umana sia tecnologica, possa permettere di migliorare la performance dell’azione individuale e/o collettiva. Socionics, un programma interdisciplinare di ricerca che integra sociologica e informatica, offre la possibilità di estendere la definizione di scalabilità anche ai sistemi sociali. Al contrario della prospettiva tradizionale della scalabilità, che è incentrata sull’aspetto quantitativo, Socionics pone al centro dell’analisi il problema da risolvere, che è analizzato sia dal punto di vista quantitativo sia da quello qualitativo . Grazie a Socionics, nell’articolo sono introdotti i concetti di scalabilità cognitiva e scalabilità sociale, che descrivono la capacità di gestire elegantemente a livello individuale o collettivo quantità crescenti di lavoro, e/o adattarsi alla loro complessità crescente. Il processo di valutazione della scalabilità cognitiva e sociale di un problema si compone di tre fasi: la prima riguarda la definizione del contesto dell’attività a cui il problema è associato. Questo richiede di specificare gli attori coinvolti, le risorse disponibili e i compiti che essi stanno svolgendo, individualmente o in gruppo. La seconda fase si propone di identificare i bisogni legati al contesto, che servono a capire in che misura il sistema è riuscito a soddisfare il bisogno, ovvero a misurare la performance. Nella terza e ultima fase si considera la funzione delle ICT nella risoluzione del problema, al fine di capire se le ICT abbiano alleviato, accentuato o rimosso eventuali limitazioni cognitive e/o sociali. Lo stesso problema è scalabile da un punto di vista cognitivo e/o sociale se esso è risolto in modo efficace al variare dei suoi elementi quantitativi e qualitativi. Per una prima valutazione dell’approccio, è discusso il problema della coordinazione sociale tramite telefonini, che non è ridotto semplicemente al numero di persone che i telefonini riescono a mobilizzare, ma anche alla qualità e impatto della loro performance. In conclusione, i concetti di scalabilità cognitiva e sociale offrono l’opportunità di informare la progettazione e favorire l’adozione di ICT grazie alla comprensione di come gli aspetti di scalabilità tecnologica influiscano sulla performance individuale e collettiva, e viceversa.Scalability has been for long time presented as a desirable property of a networked computer system associated to measure of its performance. As information and communication technologies become ubiquitous, a need of describing scalability also from a human perspective has emerged. Indeed, technical scalability only describes the performance of a computer system, but it does not explain anything about its impact on cognitive and social performance. Without acknowledging that technical scalability does not imply human scalability, there is the risk of not realizing the full potential of ICT in the everyday life. By adopting the Socionics approach, we extend the technical view of scalability with two additional concepts, namely cognitive and social scalability. These concepts describe the capacity to process individually or collectively growing volumes of work gracefully, and/or to adjust to their increasing complexity. The notion of social scalability is then evaluated in the activity-context of social coordination through mobile devices. We conclude that by improving our understanding of scalability issues, we may positively inform the design and use of ICT not only from the viewpoint of technical performance, but also for that of individual and collective performance

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