Abstract
Giovanni Mercati, nella monografia sugli scritti e i codici d'Isidoro di Kiev, notava, nel Vat. gr. 138, manoscritto del sec. XI con le Vite di Plutarco, la presenza ripetuta di un titolo bilingue: «πλουτάϱχου παϱάλληλα/ plutarchi parallila». L'osservazione gli dava spunto per rilevare la comparsa di titoli bilingui in una serie di altri codici greci Vaticani (Vat. gr. 30, 81, 87, 191, 226, 1324, 1335, 2176, Urb. gr. 123), nonché in due latini (Vat. lat. 947 e Chis. H VI 179) e in un Laurenziano (plut. 28, 13). A questo elenco lo stesso Mercati aggiungeva in seguito un altro codice della Vaticana, l'Urb. gr. 124. Le caratteristiche grafiche e ortografiche di questi titoli lo inducevano a postulare «la provenienza o l'esame di quei codici da parte di un solo individuo», e in particolare a riconoscervi uno studioso greco.