Il volere umano nel pensiero di Vladimir Jankélévitch

Roma: Libreria editrice dell'Università gregoriana (1972)
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Abstract

Vladimir Jankelevitch nato nel 1903 da genitori russi nel 1933 consegue il dottorato con due tesi, un a fondamentale e L'odissee de la con science dans la derniere philosophie de Schelling, l'altra complementare s'intitola Valeur et signification de la mauvaise con science. Queste opere contengono gia molti spunti e dimostrano una certa sensibilita di moralista. Intanto dopo aver insegnato in vari licei arrivo la seconda guerra mondiale e nonostante faccia parte della Resistenza contro i tedeschi, continua a scrivere: a Lione nel 1942 vengono pubblicate Du mensogne e Le nocturne. Scrive nelle sue opere che quelli erano tempi in cui si combatteva per una speranza assurda e contro ogni buon senso non si voleva capitolare; tempi in cui gli eroi della resistenza sapevano morire senza parlare, nonostante i piu feroci supplizi. Autore prolifero fu anche musicologo e strumentista. Jankelevitch vede la dignita dell'uomo nella sua azione, sottolineando l'importanza della liberta come fondamento della soprannaturalita umana, in quanto ci permette di superare le tendenze della nostra natura e di dedicarci all'ideale dell'amore. In una trattazione morale, si presuppongono le caratteristiche della volonta, la sua liberta il suo potere e i suoi limiti considerazioni piuttosto a carattere fenomenologico. L'attenzione dell'autore si concentra invece sull'analisi dell'agire umano, le sue qualita intime, dunque invece di vedere la dottrina morale gia costituita la vede nel suo rapportarsi a questo centro soggettivo che e la volonta.

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