Abstract
L’interpretazione che Natorp ha dato della filosofia di Platone è prevalentemente considerata una paradossale forzatura entro la cornice del pensiero kantiano. Senza sfumare l’importanza del quadro di riferimento cui Natorp si attiene, e della versione continuistica della storia della ragione che lo caratterizza, il saggio intende tuttavia suggerire che alla fisionomia di questo quadro abbia contribuito, invece, proprio la diretta lettura dei testi platonici da parte di un Natorp che orgogliosamente si definisce un «filologo della scuola di Bonn». In particolare, esaminando l’interpretazione del Teeteto, si mettono in luce sfumature significative della questione cruciale nel neokantismo marburghese circa il ruolo della sensibilità nella struttura della conoscenza