Quodlibet (
2011)
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Abstract
Le Obiezioni contro la Teoria medica di G.E. Stahl, tradotte per la prima volta in italiano, rappresentano un documento di particolare interesse storico-filosofico. Da una parte Georg Ernst Stahl (1659-1734), medico, chimico, fisico, sostenitore di una fisiologia corporea a impronta “vitalista” e dall’altra Gottfried Wilhelm Leibniz (1646-1716), genio universale della matematica e della filosofia dell’età barocca.
Il fulcro della polemica riguarda la possibilità di capire se e in che misura l’organizzazione meccanica di un corpo organico sia di per se sufficiente a spiegare il fenomeno della vita “biologica”, o se invece si debba postulare la presenza di princìpi vitali capaci di integrare le leggi fisiologiche che strutturano la corporeità.
A dispetto della lontananza storica, o anzi forse proprio in virtù di tale lontananza, la polemica tra Leibniz e Stahl ci aiuta a decifrare le radici di uno dei refrain più abusati di tanta filosofia contemporanea, il tema cioè della ‘naturalizzazione’ della vita e dello spirito. L’idea di espungere tutti gli elementi “soprannaturali” (l’anima, gli spiriti, etc.) dal novero delle spiegazioni scientifiche non è certo un’idea novecentesca e si confronta in questo caso non solo con la sua tesi opposta, ma soprattutto con una vasta gamma di soluzioni intermedie e di varianti non riduzioniste, di cui proprio la filosofia di Leibniz è uno splendido esempio.
Il volume è accompagnato da un saggio di postfazione intitolato Vita e organismo tra filosofia e medicina: le ragioni di una polemica.