Resumo O presente artigo se encontra na interface entre literatura e religião e trata-se de um estudo da linguagem presente na obra de João da Cruz intitulada “Chama viva de amor”, utilizando-se, para tal, de alguns recursos da crítica literária. Esta obra teve a redação de seu poema realizada entre os anos de 1582-1584 e de seus comentários nos anos de 1585/86 (primeira redação) e 1591 (segunda redação). É um texto que, tanto em sua dimensão poética quanto em sua prosa, (...) retrata algumas das especificidades da forma do místico trabalhar com a linguagem ao tentar traduzir sua experiência “inefável”: ou seja, desconstrói e a reconstrói para que seja capaz de comunicar algo do vivido. Com vistas a atingir este objetivo, após uma breve introdução à vida e a obra joãocruciana, abordar-se-á brevemente a estrutura e as principais temáticas presentes na obra supracitada. A seguir, apresentar-se-á alguns dos recursos lingüísticos utilizados por João da Cruz, tais como o uso de paradoxos, antíteses e antônimos com freqüência, neologismos e arcaísmos, ressignificações de conceitos, aproveitamento da polissemia de muitos vocábulos, a forte presença de metáforas e símbolos e uma forma particular de lidar com os registros espaço-temporais e a lógica racional. Palavras-chave : João da Cruz, teologia negativa, mística, linguagem mística.The present article is placed in the isthmus of Literature and Religion, and consists of a study of the language that is present in the work of João da Cruz entitled “Chama viva de amor” (Living flame of love) , using, for such purpose, some of the Literary Criticism’s resources. This work had its poem written between 1582-1584, and its comments, in 1585/86 (first writing) and 1591 (second writing). It is a text that, as much as in its poetics dimension as in its prose, pictures some of the mystic’s method of working with the language when trying to communicate their ineffable experience: that is, deconstruct it and reconstruct it so that it can communicate something from the experienced. Aiming at that purpose, after a brief introduction to the life and work of João da Cruz, the study will approach the structure and the main themes present in the aforementioned work. Furthermore, some of the linguistics resources used by João da Cruz will be presented, such as neologisms and archaisms, concepts resignification, the use of polysemy of many words, the strong presence of metaphors and symbols, and a special way of working the spatial-temporal accounts and the rational logics. Key words: John of the Cross, negative theology, mysticism, mystical language. (shrink)
- la prima parte dà una presentazione sommaria dei principali paradigmi di filosofia del linguaggio, mostrando alcune connessioni tra i principali autori di riferimento. Dovrebbe contenere il minimo indispensabile per avere una panoramica delle tematiche della filosofia del linguaggio e addentrarsi negli argomenti in modo più approfondito. La conoscenza dei contenuti di questa parte è un prerequisito per l’esame.
Diante da realidade islâmica contemporânea e buscando estar atento às diversas vozes presentes no “outro”, este artigo tem em vista apresentar de forma sucinta o que é o Sufismo, pensando-o como uma possibilidade – entre muitas – de concretização das crenças islâmicas. Para tal, iniciar-se-á procurando compreender como a notícia acerca de sua existência chega ao Ocidente, ou seja, como os ocidentais o “descobrem”. A seguir, centrar-se-á na busca de compreender o Sufismo a partir de sua relação com o islamismo (...) por meio de suas fontes primordiais: o Corão e o Profeta Muhammad. Por fim, este artigo apresentará brevemente alguns elementos que compõem e caracterizam o repertório de crenças e práticas de várias escolas Sufis tais como a busca da Unicidade Divina, a prática meditativa da recitação dos Nomes Divinos e a submissão à orientação de um “šayh”. Palavras-chave: Sufismo; Mística islâmica; Orientalismo ABSTRACT In the face of the contemporary Islamic reality and seeking to be attentive to the diversity of voices that we can find in the “other”, this article aims to show briefly what Sufism is, thinking it as a possibility – amongst many – of the realization of the Islamic faith. To articulate this, the article will begin looking at understanding of how the news about its existence arrives in the West, that is, how westerners “discover” it. Then, the article will focus on the search to understand Sufism from its relationship with Islam through its primordial origins: the Koran and the Prophet Muhammad. Finally, this article will look briefly at some elements that make up and characterize the repertory of beliefs and practices of several Sufi schools, such as the search for the Divine Unicity, the meditative practice of the recitation of the Divine Names and the submission to a Šayh orientation. Key words: Sufism; Mystical Islamism; Orientalism. (shrink)
L’argomento che si intende sviluppare nel presente intervento è quello del rapporto di reciprocità tra amore e conoscenza nella riflessione mistica di Riccardo di San Vittore, autore di alcune delle pagine più belle sulla dignità conoscitiva dell’amore nella filosofia medievale. Si metterà a fuoco come la prospettiva mistica e il linguaggio metaforico descrivano un preciso percorso conoscitivo nel quale il soggetto si assimila all’oggetto conosciuto in una dinamica che, analogicamente, riprende la relazione tra amante e amato. In (...) particolare, assumendo come note le riflessioni di Riccardo circa la contemplazione, avanzate nei libri quarto e quinto del _De arca mystica_, ci si volgerà all’approfondimento della _dimensione trinitaria_, trattata sia nello scritto sopra citato, in quanto oggetto dell’ultimo tipo di contemplazione, sia, e soprattutto, nel _De Trinitate_, in quanto _fonte e figura_ dell’amore e, dunque, del suo rapporto con la dimensione conoscitiva. Si tenterà di chiarificare la visione riccardiana circa la reciprocità di amore e conoscenza e, successivamente, si mostrerà come la _forma_ di tale rapporto sia la vita trinitaria. The topic that we intend to develop in this essay is the relationship between love and knowledge in the mystical reflection of Richard of Saint Victor, author of some of the most significant pages on the cognitive dignity of love in medieval philosophy. It will focus on mystical perspective and metaphorical language and how these dimensions describe a precise cognitive strategy in which the subject is assimilated to the known object in a dynamic that takes up the relationship between lover and loved one. In particular, taking as notes the reflections of Richard about contemplation, advanced in the fourth and fifth books of _De arca mystica_, we will turn to the deepening of the Trinitarian dimension as an object of the last type of contemplation, both, and above all, in the _De Trinitate_, as a source and figure of love and, therefore, of its relationship with the cognitive dimension. An attempt will be made to clarify the Richard’s view of the reciprocity of love and knowledge and, subsequently, it will be shown how the _form _ of this relationship is the Trinitarian life. (shrink)
In questo saggio non sviluppo una tesi precisa, ma presento alcune osservazioni sull'olismo e molecolarismo che tentano di mostrare la praticabilita' del molecolarismo e vederne allo stesso tempo le difficoltà: (i) Mi interrogo sulla fortuna del dibattito sull'olismo degli ultimi anni, come ripresa e precisazione delle osservazioni fatte a suo tempo da Dummett nel suo libro su Frege. (ii) Richiamo alcune idee fregeane a proposito di linguaggi formali che definiscono una specie di olismo innocuo, e al contempo impongono una distinzione (...) tra olismo del significato e della competenza. (iii) Pongo il problema dell'allargamento di tali idee dai linguaggi formali al linguaggio naturale; propongo di applicare la distinzione tra significato e competenza alla differenza tra significato socialmente costruito e significato usato dai singoli; in tal modo individuo nell'idea di ''idioletto'' di Frege un problema cui ogni teoria del linguaggio deve rispondere. (iv) Sostengo che il molecolarismo risponde al problema dell'idioletto; difendo percio' la praticabilita' del molecolarismo messa in discussione dal saggio di Fodor e Lepore, in cui cerco di individuare il punto in cui hanno fuorviato il lettore nel credere alla impraticabilita' di tale prospettiva. (v) Sopo aver accennato ad alcuni problemi aperti nella proposta molecolarista di Dummett, presento una possibile interpretazione non olistica del pensiero di Wittgenstein, che pero' non risolve i problemi sopraccennati. (shrink)
"'Tutta la nostra vita è un esercizio alla visione dell'Uno' : affrontando il pròblema per eccellenza della tradizione neoplatonica, il rapporto tra Unità e Molteplicità, il testo tenta di rinvenire il ligamen essenziale che muove le riflessioni di tre grandi pensatori della tarda antichità, cioè Plotino, Proclo e Dionigi Areopagita; questo, all'interno di una prospettiva teoretica, critica ed ermeneutica che tiene conto anche dei guadagni filosofici conseguiti da Hegel, Gentile e Severino, e dalla poesia pensante di Dante. Nello sforzo di (...) cogliere lo Stesso che si agita nelle differenze di cui si costituisce il mondo, si offre, nel corso dell'analisi, una disamina dei principali nodi aporetici che una metafisica henologica evoca: Uno e Tutto, Infinito e finito, processione e conversione, Eternità e tempo, immagine e linguaggio, Immediato e mediato. In particolare, il filo rosso che guida queste specificazioni è rintracciato nell'inesausta dialettica tra Pensiero ed Essere, da cui e in cui, in grazia di una 'magia che tutto produce', l'ignoranza umana si apre all'Altro-non-Altro, rendendosi divina"--. (shrink)
Lexical Competence si presenta come una analisi dei diversi aspetti del del concetto di competenza semantica, con contributi originali sull'aspetto referenziale e sui problemi al margine tra filosofia e intelligenza artificiale. La pacata analisi del concetto di competenza lessicale porta a criticare tesi filosofiche sostanziali: le teorie oggettivistiche del significato alla Putnam tendono a ipostatizzare le norme semantiche, e le teorie naturaliste alla Chomsky tendono a dare poco o nessuno spazio agli aspetti normativi del linguaggio. Marconi cerca una terza (...) via e le sue critiche agli argomenti di Putnam, Burge, Chomsky, Bilgrami e altri sono devastanti. E' difficile per me fare una critica su cio' che mi trova fondamentalmente d'accordo; ma una tesi che attraversa tutto il libro di Marconi mi e' sembrata invece piu' problematica di quanto appare a prima vista. In quanto segue cerchero' dunque di dare voce ai miei dubbi su questa tesi, restringendo la mia attenzione all'aspetto inferenziale della competenza lessicale. La tesi generale sotto discussione si puo' cosi' riassumere. (shrink)
Il presente contributo muove dalle osservazioni sul linguaggio che Nietzsche svolge in Umano, troppo umano, I, § 11, con lo scopo di riflettere sulla posizione anti-realista che Nietzsche sostiene in quell’aforisma e di evidenziare il ruolo che essa svolge nelle sue più tarde considerazioni relative alla cultura occidentale e alla sua antropologia. Come si avrà modo di mostrare, la critica nietzscheana al realismo del senso comune è in linea con alcune epistemologie pragmatiste sorte tra Otto- e Novecento. Questo elemento (...) di “attualità” non mina però l’originalità della riflessione di Nietzsche su quell’argomento. Piuttosto, è possibile sostenere che l’idea che il pensiero filosofico intervenga in una correzione dell’impegno metafisico proprio del senso comune sia lo strumento teoretico che permette a Nietzsche di operare sullo sviluppo della cultura e società europee. (shrink)
Condillac's view of language and its function in man's work of constructing the world receive a careful and well-documented though rather uncritical examination in this work. Salvucci concludes that Condillac had fought to guarantee the dignity of man, and that this is a good thing.--R. D. G.
The aim of this paper is to investigate the connection, in Anselm of Canterbury, between theological issues, monastic culture and linguistic analysis. The reasoning is based on chapter thirteen of De veritate and develops the idea of truth without significatio that arises from those pages. Generally credited to the logical aspects of the Anselmian thought, the theory really needs to be understood in the light of the concepts of listening, silence, human and divine word, inside a tradition that traces its (...) origins to Paul of Tarsus, Augustine and the Regula of Benedikt of Norcia. The analysis will show how the silence must be intended as a crucial notion in the Anselmian theory of truth. In this context, the meaning of silence is threefold: language of God, soundless language of the things and, finally, mental place where true propositions can be thought. (shrink)
Between Thought, Religion, and Contemporaneity: the hyperboles of being and the equivocal communication of the sacred (Entre o Pensamento, a Religião e a Contemporaneidade: as hipérboles do ser e a comunicação equívoca do sagrado).The contemporary philosophical thought regards itself as postmetaphysical, post-religious, postmodern, and post-philosophical. It advocates for metaphysics without metaphysics, ethics without ethics, and religion without religion. This paper aims at exploring the possibilities of thinking through the place and role of God, religion, and mystique in the philosophical discourse (...) of contemporaneity, having William Desmond’s thought as a reference. According to Desmond’s thought, there’s an intimate, idiotic, porosity in the call to truth. Thought is communication openness for its own originating source. This means that thought is situated at the knowledge threshold, and it may open up to a reverence attitude in the face of the mystery of being. Through metaphysical metaphors, intermediate names going beyond the univocal determination of metaphysical constructs from the past, Desmond aims at thinking through something which is present amidst finitude, indicating a foremost transcendence going beyond our experience: an upper transcendence essentially asymmetrical to our own transcendence. Such metaphors or hyperboles safeguard the enigma involved in the issue of God and the religious being. This enigma or mystery isn’t something negative, but openness for a fuller and overdetermined agapic origin. Keywords: Metaxology. Religion. Postmodern. Agape. Mystique. Resumo O pensamento filosófico contemporâneo se compreende como pós-metafisico, pós-religioso, pós-moderno e pós-filosófico. Ele advoga uma metafisica sem metafisica, uma ética sem ética e uma religião sem religião. O objetivo deste artigo é explorar as possibilidades de refletir sobre o lugar e o papel de Deus, da religião e da mística no discurso filosófico da contemporaneidade, tendo como referência o pensamento de William Desmond. Para o pensamento desmondiano, existe uma porosidade íntima, idiótica, no chamado à verdade. O pensamento é uma abertura comunicativa para a sua própria fonte originadora. Isso significa que o pensamento se encontra no limiar do saber, podendo abrir-se para uma posição de reverência diante do mistério do ser. Através de metáforas metafisicas, nomes intermediários para além da determinação unívoca das construções metafisicas do passado, Desmond busca refletir sobre algo presente em meio à finitude, que indica uma transcendência primeira que vai além da nossa experiência: uma transcendência superior essencialmente assimétrica à nossa própria transcendência. Tais metáforas ou hipérboles asseguram o enigma envolvido na questão de Deus e do ser religioso. Tal enigma ou mistério não é algo negativo, mas uma abertura para uma origem agápica mais plena e supradeterminada. Palavras-chave: Metaxologia. Religião. Pós-moderno. Ágape. Mística. (shrink)
Questa conferenza offre una presentazione semplificata del concetto di contesto nella filosofia analitica,in particolare nella filosofia del linguaggio. E' semplificata perché tralascia una serie di discussioni rilevanti per fermarsi alle grandi linee che segnano l'emergenza del concetto di contesto in filosofia del linguaggio. Inoltre mi concentro su un aspetto particolare del dibattito: la linea di confine tra pragmatia e semantica e il ruolo che il concetto di contesto ha in questo dibattito, cercando di evidenziare i punti di disaccordo (...) tra le parti in causa. Nel primo paragrafo riprendo brevemente alcune idee di Frege, mostrando come aiutano a individuare una tripartizione abbastanza standard del concetto di contesto. Nel secondo paragrafo riespongo una tripartizione fatta da John Perry, cercando di "generalizzare" quello che Perry chiama "contesto postsemantico". Nella serie di esempi che seguono, mostro dove si situa il punto di discrimine tra la teorie più vicine alla semantica tradizionale e le teorie contestualiste radicali, che danno maggior rilevanza agli aspetti cognitivi rispetto a quelli semantici. Riprendo quindi in generale le due strategie alternative che si contrappongono sul modo di considerare i rapporti tra semantica e pragmatica. Nell'ultimo paragrafo provo a indicare quali sono i principali problemi dell'assunzione di una prospettiva radicalmente contestualista. (shrink)
In a book in which the severity of the critique betrays some iconoclasm, Statera first examines the three-way discussion of Schlick, Carnap, and Neurath concerning protocols and verification, then describes the systematic goals of the Encyclopedia of Unified Science, and concludes with an exposition and appraisal of Neurath's work in the philosophy of the social sciences. The selection of Neurath for this preliminary study is a happy one. Neurath's efforts to overcome the gap between sciences of nature and sciences of (...) man are central for an understanding of the complementary and conflicting aspects of the main trends in the philosophy of the social sciences in our time. These main trends are: the historical sociologism of Dilthey and Weber, Marxism, Logical Positivism, and Pragmatism. These four schools, while autonomous and even antagonistic in their work, have nevertheless interacted with each other more than is commonly known, or accepted, in certain quarters. In particular, in the case of Neurath, his association of Logical Positivism with Marxism first, and later with pragmatic notions, is an eloquent proof of the impossibility to dissociate these viewpoints altogether.--A. M. (shrink)
In a book in which the severity of the critique betrays some iconoclasm, Statera first examines the three-way discussion of Schlick, Carnap, and Neurath concerning protocols and verification, then describes the systematic goals of the Encyclopedia of Unified Science, and concludes with an exposition and appraisal of Neurath's work in the philosophy of the social sciences. The selection of Neurath for this preliminary study is a happy one. Neurath's efforts to overcome the gap between sciences of nature and sciences of (...) man are central for an understanding of the complementary and conflicting aspects of the main trends in the philosophy of the social sciences in our time. These main trends are: the historical sociologism of Dilthey and Weber, Marxism, Logical Positivism, and Pragmatism. These four schools, while autonomous and even antagonistic in their work, have nevertheless interacted with each other more than is commonly known, or accepted, in certain quarters. In particular, in the case of Neurath, his association of Logical Positivism with Marxism first, and later with pragmatic notions, is an eloquent proof of the impossibility to dissociate these viewpoints altogether.--A. M. (shrink)
Il volume, in un'ottica cognitiva, affronta il tema delle patologie del linguaggio coniugando la riflessione teorica con le più recenti evidenze empiriche provenienti dalle neuroscienze, dalla neuropsicologia e dalla psicopatologia. Tra i casi presi in esame, ampio spazio è dedicato alla discussione dei deficit comunicativi che caratterizzano patologie quali la sindrome dello spettro autistico, il trauma cranico, la schizofrenia e la demenza di Alzheimer. In casi del genere, i disturbi linguistici e comunicativi chiamano in causa la dimensione pragmatica del (...)linguaggio e dipendono da deficit che coinvolgono in primo luogo la sfera cognitiva e solo in seconda istanza la dimensione specificatamente linguistica. Lo studio dei disturbi pragmatici diventa, così, un modo particolarmente proficuo per indagare una questione più generale di estremo interesse da un punto di vista teorico: i rapporti tra linguaggio e cognizione. (shrink)