The aim of this paper is twofold. I criticize Michael Devitt's linguistic---as opposed to Chomsky's psychological---conception of linguistics on the one hand, and I modify his related view on linguistic intuitions on the other. I argue that Devitt's argument for the linguistic conception is in conflict with one of the main theses of that very conception, according to which linguistics should be about physical sentence tokens of a given language rather than about the psychologically real competence of native speakers. The (...) basis of this conflict is that Devitt's view on language, as I will show, inherits too much from the criticized Chomskian view. This is also the basis of Devitt's strange claim that it is the linguist, and not the ordinary speaker, whose linguistic intuition should have an evidential role in linguistics. I will argue for the opposite by sketching a view on language that is more appropriate to the linguistic conception. That is, in criticizing Devitt, I am not defending the Chomskian approach. My aim is to radicalize Devitt's claims. (shrink)

Respecting and protecting the confidentiality of data and the privacy of individuals regarding the information that they have given as participants in a research project is a cornerstone of complying with accepted research standards. However, in longitudinal studies, establishing and maintaining privacy is often challenging because of the necessity of repeated contact with participants. A novel internet-based solution is introduced here, which maintains privacy while at the same time ensures linkage of data to individual participants in a repeated measures design. (...) With the use of the anonymous repeated measurements via email (ARME) procedure, two separate one-way communication systems are established through ad hoc email accounts and a secure study website. Strengths and limitations of the approach are discussed. (shrink)

Interactomics aims to characterize all interactions formed between molecules that comprise our body. Although it emerged from quantitative biophysics, it has devolved into a predominantly qualitative field of science over the past decades. Due to technical limitations at its onset, almost all tools in interactomics are qualitative, which persists in defining the discipline. Here, we argue that interactomics needs to return to a quantitative direction because the technical achievements of the last decade have overcome the original limitations that forced its (...) current path. In contrast to qualitative interactomics which is constrained to charting lists of observed interactions, quantitative interactomics can also uncover answers to key questions such as the strength of interactions or how many of certain complexes can form in cells, thus providing researchers with more immediate proxies for understanding and predicting biological processes. (shrink)

L'importanza del significante non deve far sì che questo sia interpretato come l'unica componente del linguaggio umano, sebbene ne sia una delle più elevate; pur intendendo la comunicazione umana come convenzionale, nel convenire occorre distinguere, tra convenzione essenziale e funzionale: è certo vero che solo nella prima, nel linguaggio come nel diritto, si potrà incontrare il significante, ma nella seconda sono concentrati i molteplici prodotti della prima, che si presentano come precipitati o cristallizzati a seguito di una reazione chimica, che (...) hanno perso sì la dimensione esistenziale, ma hanno conservato origine e natura umane. Così deve essere debitamente considerato anche il ruolo del senso già dato, del significato positivo dei vocaboli: in particolare, proprio nel linguaggio giuridico, politico ed economico, si è sempre manifestato il bisogno di uno specifico vocabolario, se non di un gergo, che risponda con maggior aderenza o efficacia alle esigenze delle argomentazioni trattate. Nel linguaggio giuridico ed economico si può riscontrare una certa omogeneità nelle società complesse contemporanee, una comune tendenza alla generazione (o forse degenerazione) di terminologie e fraseologie esoteriche che si spingono ben al di là delle logiche e necessarie esigenze di specializzazione, somigliando più a gerghi approssimativi (ad esempio il legalese, per gli anglofoni, assume sempre più la fisionomia di un vero e proprio slang) che ad appropriati e scientifici codici comunicativi. Un fenomeno comune a tali linguaggi è il frequente ricorso alle sigle, abbreviazioni o acronimi, il cui uso generalizzato conduce spesso ad effetti in contraddizione con la loro causa originaria: espedienti linguistici apparentemente coniati allo scopo di migliorare, velocizzare ed estendere la comprensione di termini e concetti complessi, al contrario, generano frequentemente confusione e misunderstanding al di fuori del loro specializzato e ristretto ambito di provenienza e, qualche volta, anche all’interno. Un'adeguata risposta alla proliferazione e diffusione di nuove e sommarie terminologie, abbreviazioni e slogan, che solo apparentemente arricchiscono il lessico, restringendo sempre più, al contrario, l'ambito della convenzione essenziale, potrebbe essere forse ottenuta solo attraverso il recupero della dimensione ontologica del linguaggio, mantenendone sì l'elevato grado di specializzazione, ma non rinunciando per questo alla ricchezza espressiva tanto dei vocaboli quanto della fraseologia. (shrink)