We show that the complete first order theory of an MV algebra has equation image countable models unless the MV algebra is finitely valued. So, Vaught's Conjecture holds for all MV algebras except, possibly, for finitely valued ones. Additionally, we show that the complete theories of finitely valued MV algebras are equation image and that all ω-categorical complete theories of MV algebras are finitely axiomatizable and decidable. As a final result we prove that the free algebra on countably many generators (...) of any locally finite variety of MV algebras is ω-categorical. (shrink)
In this work we introduce a class of commutative rings whose defining condition is that its lattice of ideals, augmented with the ideal product, the semi-ring of ideals, is isomorphic to an MV-algebra. This class of rings coincides with the class of commutative rings which are direct sums of local Artinian chain rings with unit.
In [9] Mundici introduced a categorical equivalence Γ between the category of MV-algebras and the category of abelian [MATHEMATICAL SCRIPT SMALL L]-groups with strong unit. Using Mundici's functor Γ, in [8] the authors established an equivalence between the category of perfect MV-algebras and the category of abelian [MATHEMATICAL SCRIPT SMALL L]-groups. Aim of the present paper is to use the above functors to provide Yosida like representations of a large class of MV-algebras.
In this paper we show that the prime ideal space of an MV-algebra is the disjoint union of prime ideal spaces of suitable local MV-algebras. Some special classes of algebras are defined and their spaces are investigated. The space of minimal prime ideals is studied as well.
Il processo di riconoscimento delle cure palliative quale diritto umano individuale di base ha recentemente riscontrato una proficua quanto attesa accelerazione. Parimenti allo sviluppo tecnico dei nostri giorni non si esauriscono infatti le forme dell’umano sentire e sperare, l’esigenza e l’impeto dell’aver-cura autentico dell’altro, la risposta multidisciplinare, comunitaria e sociale che ne consegue doverosa. È quanto attesta e promuove la recente Dichiarazione di Astana sull’assistenza sanitaria primaria, nel riconoscere le cure palliative tra le forme di cura primarie oggi possibili e (...) dovute ad ogni individuo, espressione di un diritto alla salute non riconducibile a mere forme di assistenzialismo tecnico-burocratico, lontane dall’uomo e dalla vita, ma segno e presenza concreta e tangibile dell’umanità inalienabile da cui esso proviene. Ciò che accomuna in questo percorso di riscoperta e ridestazione è l’essenza della nostra umanità, il desiderio di non cadere intrappolati in una in-umanizzazione collettivizzata, assurda quanto brutale, l’umanità di un diritto alla vita, alla salute e alla sua tutela che nasce rinnovato nel cuore di ogni generazione, la consapevolezza originaria di una determinazione ontologico-esistenziale comune e condivisibile. Il problema della reciprocità del riconoscimento personale fra gli esseri umani nelle pratiche dell’aver-cura e la necessità di un’instancabile promozione di forme di presa in carico realmente globali ed affidabili permea profondamente lo stesso processo di un autentico, efficace e quanto più conforme possibile sviluppo sociale, in una comunità di uomini e di popoli che stenta a riconoscersi come tale e dove occorre innanzitutto curare la speranza affinché ne venga abitata la cura di ogni persona. (shrink)
La cura della salute è un fenomeno originario e insieme una necessità fondamentale, dinamica e non trascurabile della vita, dell’esistenza e dell’esperienza personale e comunitaria di ogni essere umano. La primarietà ontologica della cura, evidenziata anche negli studi filosofici più recenti dedicati alle pratiche dell’aver cura, richiama infatti, attraverso la dimensione co-esistentiva dell’essere insieme nel mondo l’uno con l’altro e l’uno per l’altro, alla stessa primarietà etica e al contempo politica della cura nel naturale e positivo sviluppo della struttura relazionale (...) personale e dell’esistenza condivisa. Si tratta di un processo di rilevazione e conseguente impegno nel favorire oggi concretamente percorsi di cura e umanizzazione della pratica medica e sanitaria, sia quotidiana che straordinaria, nonostante molteplici limiti e complessità rintracciabili nelle stesse pratiche contemporanee dell’aver cura, esemplificativamente ricercati e identificati in alcuni recenti lavori internazionali dal carattere necessariamente interdisciplinare. È significativo, infatti, che in alcuni rilevanti documenti circa gli sviluppi di una delle principali frontiere contemporanee dell’aver cura, come quella costituita dal processo di realizzazione, sviluppo, diffusione e promozione locale, nazionale e internazionale delle reti di cure palliative, vengano ad essere centralmente ricercati, identificati e positivamente ri-evidenziati i principali limiti, gli ostacoli e le barriere attualmente riscontrabili nello sviluppo delle reti di cure palliative; oltre alla messa in evidenza di una sempre positiva e necessaria opportunità di gettare lo sguardo verso il futuro e gli orizzonti di sviluppo della presa in carico globale della persona sofferente nelle varie fasi della malattia e in condizioni di estrema vulnerabilità percepita e vissuta. (shrink)
Come si può essere speranza nel tempo della tecnica? Forse può essere utile interrogare brevemente a tale proposito il pensiero, o meglio approfondire alcune riflessioni presenti nell’elaborazione filosofica di importanti pensatori del Novecento. Attraverso tale procedimento si aprirà forse una prospettiva, un piccolo spiraglio, una via d’uscita tanto per il pensiero, quanto per la comprensione contemporanea della pratica quotidiana dell’aver-cura. Non deve stupire se si rimanda a classici del pensiero filosofico, ciò che muove ogni azione, soprattutto in ambito clinico e (...) sanitario, non è forse una sempre personale visione del mondo, che ha scelto deliberatamente di aver-cura dell’altro opponendosi, per quanto possibile con tutti i mezzi della conoscenza e del cuore, ad un altrettanto diffusa visione dell’uomo che lo vede invece preda degli eventi e della caducità, al di là di ogni possibile e autentico intervento e soccorso dell’altro? Partendo dalle riflessioni circa le nozioni di “situazione-limite” e “aver-cura”, proposte rispettivamente da autori come Karl Jaspers e Martin Heidegger, è infatti possibile indicare una prospettiva teorico-pratica contemporanea circa il discorso sulla pratica di cura nel tempo della tecnica. Vedremo che i classici del pensiero del Novecento hanno ancora qualcosa da dirci, che una qualche comunicazione fra discipline differenti è ancora possibile; almeno ogni volta in cui, come nel caso della dimensione e rete di cure palliative e della presa in carico globale della persona sofferente, si avvicini l’uomo aperti alla sua realtà omnicomprensiva, soprattutto quando si parla di dolore e sofferenza, elementi comuni ad ogni uomo e ogni tempo. (shrink)
Si tratta di una possibilità, di una disponibilità del pensiero. Dell’orizzonte di comprensione in cui tutti noi ci muoviamo incessantemente, qualunque cosa accada. Di uno spazio interiore ininterrottamente aperto al dialogo con sé stessi, con il mondo, l’esistenza, la vita, con quanto ci accade di positivo o negativo. Il vissuto che si dischiude alla mente, spesso a lungo un cammino nel vuoto e nell’assenza di ogni intuizione, un orizzonte di libertà. Un sistema di scelte e di valori incentrato sui compiti (...) di difesa e tutela della persona umana e della sua vita in ogni sua fase è in sé buono, bello, vero; tuttavia, in particolari situazioni-limite, la scelta di adeguarvisi interiormente non è scontata: essa nasce dal pensiero, nasce dall’istante e dalla riflessione, nasce dalla comprensione e dalla qualità delle relazioni, da una libertà che è personale. Richiedere o rifiutarsi di intraprendere un percorso di cure e di accompagnamento di fine vita, non equivale inoltre a comprenderne sempre o pienamente il senso e talvolta neppure a condividerne integralmente il valore: si tratta di un a-priori del pensiero e allo stesso tempo di un percorso di ricerca individuale sempre aperto, di un compimento di libertà e di relazione, di una scelta da formare e da formarsi. Attraverso l’analisi dei vissuti interiori, delle domande, delle aspettative, delle soluzioni proposte e affrontate durante il percorso di cure palliative emerge con grande forza il ruolo determinante della speranza, la consapevolezza di una responsabilità da dover custodire nonostante la prova, il desiderio di una vita compiuta per sé e per gli altri. (shrink)
The Autobiography of Giambattista Vico is significant both as a source of insight into the influences on the eighteenth-century philosopher's intellectual development and as one of the earliest and most sophisticated examples of philosophical autobiography. Referring to himself in the third person, Vico records the course of his life and the influence that various thinkers had on the development of concepts central to his mature work. Beyond its relevance to the development of the New Science, the Autobiography is also of (...) interest for the light it sheds on Italian culture in the seventeenth and eighteenth centuries.Still regarded by many as the best English-language translation of this classic work, the Cornell edition was widely lauded when first published in 1944. Wrote the Saturday Review of Literature: "Here was something new in the art of self-revelation. Vico wrote of his childhood, the psychological influences to which he was subjected, the social conditions under which he grew up and received an education and evolved his own way of thinking. It was so outstanding a piece of work that it was held up as a model, which it still is.". (shrink)
This essay analyzes the reflection of Alfred Schütz on music. The first part will focus on the analysis of those that for Schütz are the constitutive elements of the phenomenology of music. The second part will focus on the idea of music as a social interaction and relationship of mutual harmony. The aim of the work is to demonstrate that Schütz’s reflection on music does not constitute an isolated element within his thought process, but rather it constitutes a fundamental element (...) of his reflection because music represents in an exemplary way the structure of the social relationship. Therefore, it will be demonstrated that music is for Schütz a relationship based on the sharing of space and time, or an intersubjective sharing of reality that allows simultaneous sharing in the experiences of one’s interlocutor. (shrink)
We define and study monadic MV-algebras as pairs of MV-algebras one of which is a special case of relatively complete subalgebra named m-relatively complete. An m-relatively complete subalgebra determines a unique monadic operator. A necessary and sufficient condition is given for a subalgebra to be m-relatively complete. A description of the free cyclic monadic MV-algebra is also given.
In this paper we prove that the category of abelianl-groups is equivalent to the category of perfect MV-algebras. Furthermore, we give a finite equational axiomatization of the variety generated by perfect MV-algebras.
We present a stronger variation of state MV-algebras, recently presented by T. Flaminio and F. Montagna, which we call state-morphism MV-algebras. Such structures are MV-algebras with an internal notion, a state-morphism operator. We describe the categorical equivalences of such state MV-algebras with the category of unital Abelian ℓ-groups with a fixed state operator and present their basic properties. In addition, in contrast to state MV-algebras, we are able to describe all subdirectly irreducible state-morphism MV-algebras.
In risposta all’ipotesi di estendere la categoria del falso valutativo alle motivazioni di una sentenza, l’articolo tenta una ricostruzione critica della progressiva apertura del falso intellettuale ad atti dispositivi e giudizi tecnici, ponendone in evidenza alcune aporie e proponendo specifici temperamenti. Tanto la teoria dei fatti psichici, quanto quella delle attestazioni implicite e del vero legale, nella loro congiunta sovrapposizione alla struttura della fattispecie penale, possono scadere in una violazione del divieto di analogia in materia penale. Il caso da cui (...) parte l’analisi attiene una procedura di selezione per la chiamata di professore universitario di prima fascia e la sentenza del T.A.R. che decide sul ricorso di un candidato. Falsity of the judicial decision. Implicit statements, legal truth and technical judgments. In response to the hypothesis of extending the category of "evaluative" falsehood to the motivations of a judicial decision, the paper attempts a critical reconstruction of the progressive evolution of these crimes in matter of acts of will and technical judgments, highlighting some aporias and proposing some corrections. Both the theory of psychic facts, as well as the theory of implicit attestations and the legal truth, in their joint action, can violate the prohibition of analogical interpretation in criminal matters. The controversial case from which the analysis starts concerns a public competition for a university professorship and the T.A.R.’s judgment that decides on a candidate's appeal. (shrink)
The MV-algebra S m w is obtained from the (m+1)-valued ukasiewicz chain by adding infinitesimals, in the same way as Chang's algebra is obtained from the two-valued chain. These algebras were introduced by Komori in his study of varieties of MV-algebras. In this paper we describe the finitely generated totally ordered algebras in the variety MV m w generated by S m w . This yields an easy description of the free MV m w -algebras over one generator. We characterize (...) the automorphism groups of the free MV-algebras over finitely many generators. (shrink)
In this paper we define sheaf spaces of BL-algebras (or BL-sheaf spaces), we study completely regular and compact BL-sheaf spaces and compact representations of BL-algebras and, finally, we prove that the category of non-trivial BL-algebras is equivalent with the category of compact local BL-sheaf spaces.
BL-algebras are the Lindenbaum algebras for Hájek's Basic Logic, just as Boolean algebras correspond to the classical propositional calculus. The finite totally ordered BL-algebras are ordinal sums of MV-chains. We develop a natural duality, in the sense of Davey and Werner, for each subvariety generated by a finite BL-chain, and we use it to describe the injective and the weak injective members of these classes.
In this paper we study and equationally characterize the subvarieties of BL, the variety of BL-algebras, which are generated by families of single-component BL-chains, i.e. MV-chains, Product-chain or Gödel-chains. Moreover, it is proved that they form a segment of the lattice of subvarieties of BL which is bounded by the Boolean variety and the variety generated by all single-component chains, called ŁΠG.