Abstract
La ricerca qui proposta si rivolge al programma di radicale naturalizzazione della mente e, in particolare, alla posizione del monismo materialistico che esso produce. L’articolo si propone di individuare gli assunti fondamentali sui quali tale programma poggia. Un primo assunto identificato e discusso criticamente all’interno del lavoro concerne una concezione corrispondentista della verità. Un secondo assunto fa riferimento ad una concezione secondo la quale lo studio della mente si riduce all’individuazione di relazioni causali e leggi che regolano processi meccanici, mentre si possono considerare scientifiche solo quelle forme di indagine fondate sul principio di chiusura del mondo fisico. L’analisi si conclude sottolineando come il presupposto più significativo si riveli essere la negazione della soggettività e della coscienza, la quale viene ridotta/ricondotta a operazioni inconsce e inintelligenti. In problema rincontrato a questo rispetto è identificato nel fatto di non fare valere la fondamentale distinzione teoretica tra condizione empirica e condizione di intelligibilità.