Abstract
Il soggetto empirico indagato dagli psicologi trattiene forti legami con il soggetto puro indagato dai fenomenologi. Ne deriva il paradosso di una differenza che è insieme identità. L’analisi fenomenologica allora potrebbe assumere presupposti naturalistici, esito che Husserl ha decisamente escluso, affermando invece la necessità dell’epoché, della ricerca eidetica e il primato della coscienza intenzionale. Le ricerche che vertono sulla coscienza vedono oggi consumarsi un contrasto tra i sostenitori dell’embodiment, secondo cui le neuroscienze sono in grado di spiegare a sufficienza i fenomeni psichici, e i fenomenologi, i quali, basandosi sul concetto husserliano di hyle, configurano una soggettività sensoriale, ovvero una coscienza legata strettamente all’esperienza sensibile. La ricerca di scientificità nel primo caso giunge attraverso le scienze della complessità alla matematizzazione della psiche, mentre nel secondo caso i fenomenologi si appoggiano ai progressi delle neuroscienze.