Chôra 12:47-66 (
2014)
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Abstract
Questo articolo discute un aspetto specifico della teoria causale di Plotino, ossia la critica che egli rivolge alla funzione della causa finale nella sua spiegazione della struttura e della generazione della realtà a partire dal principio primo situato al suo culmine. A tale fine, sono esaminati i capitoli 1-3 e 25 del trattato VI 7 delle Enneadi, in cui la questione della causa finale è posta con chiarezza, innanzitutto nel quadro di una lettura e di un’interpretazione del racconto cosmologico del Timeo di Platone e del ruolo che assume il demiurgo in questo racconto, quindi nel quadro di una critica della concezione aristotelica del primo motore immobile come fine ultimo di tutte le cose.