Abstract
È frequente in Borges il riferimento a Dante come a uno degli scrittori fondamentali per la creazione della propria poetica. I suoi Saggi danteschi e, in particolare, Il falso problema di Ugolino, consentono di rintracciare alcuni degli aspetti più pregnanti del legame che Borges stabilisce tra sé e lo scrittore toscano e di fare luce su alcuni dei principi chiave che guidano la poetica borgesiana. In particolare, l’episodio di Ugolino e, più precisamente, il verso , in cui Dante trasmette l’eterna oscillante immagine di Ugolino [che] divora e non divora gli amati cadaveri, costituisce per Borges una delle massime espressioni di un principio estetico fondamentale per la propria poetica: la capacità di esprimere i fatti tramite allusioni – evitando quindi di limitarne le possibili infinite biforcazioni – piuttosto che attraverso la mera esposizione circostanziata