LED Edizioni Universitarie (
2001)
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Abstract
Kant è stato il principale riferimento epistemologico di quella ricerca sui fondamenti della matematica che ha avuto in Gottlob Frege il suo massimo esponente. In seguito, tuttavia, al tramonto dei programmi logicista, intuizionista e formalista, l'esigenza di garantire la certezza della matematica passa in secondo piano rispetto al problema della natura degli enti matematici. E in tal modo che, almeno a livello terminologico, Platone subentra a Kant come essenziale referente di una diversa costruzione epistemologica. Terreno fertile della ricerca fondazionale diviene infatti, a partire dagli anni '60, il dibattito fra i sostenitori e gli avversari del 'platonismo matematico': etichetta che, utilizzata per indicare la trascendenza degli enti matematici, ha non di rado banalizzato o reso marginale l'originario pensiero di Platone. Il dibattito è ancor oggi un crogiolo di idee e tendenze, tra le quali emerge, accanto alla necessità di un maggiore approfondimento dei risultati e della reale attività del matematico, l'opportunità di interrogare i testi del filosofo greco. Nella sterminata letteratura contemporanea sui fondamenti della matematica, Platone e Kant si presentano, dunque, come problematici fili d'Arianna per orientarsi, mettere ordine, cogliere una linea evolutiva o anche soltanto originali spunti teorici per nuovi orizzonti.