Ignoranza, desiderio, giudizio. L'Etica Nicomachea nella struttura argomentativa di Monarchia III 3
Abstract
In Monarchia III.3, nel discutere il rapporto tra ignoranza e disputa, Dante utilizza materiali dell'Etica Nicomachea. In particolare l'A. sostiene che l'ignoranza può sopprimere le ragioni della disputa: in taluni casi infatti i problemi non sono risolubili in virtù della loro stessa natura, in altri casi perché sono le circostanze a renderli tali. Tre esempi sono ripresi dall'Etica: il geometra ignora la quadratura del cerchio, il teologo il numero delle intelligenze, l'Egiziano ignora le caratteristiche della civiltà degli Sciti. Applicando questi argomenti alla questione del rapporto tra l'autorità papale e quella del monarca, cercando quindi di decidere se il potere del re dipenda immediatamente da Dio o se derivi in modo mediato, attraverso l'autorità pontificia, Dante sostiene che si genera un conflitto così acuto da provocare negli animi un offuscamento del giudizio. Per questa ragione è assai difficile dissipare l'ignoranza, ed in certi casi è davvero impossibile, quando essa è accompagnata da una logica di parte che impedisce all'interlocutore di lasciarsi persuadere dal retto ragionamento. Tre sono le categorie di persone che si oppongono al riconoscimento dell'autonomia dell'Impero: il papa e i vescovi, i reges e i principes, cioè alcune autorità laiche, e i decretalisti. La dimostrazione che segue nel trattato è destinata alla prima categoria, che è l'unica che può essere davvero persuasa. L'A. si concentra poi su un passo la cui resa è discussa dagli editori moderni. Il passo è il seguente: Hominibus namque rationis intuitum voluntate praevolantibus hoc semper contingit ut, male affecti, lumine rationis postposito, affectu quasi ceci trahantur et pertinaciter suam denegent cecitatem. Questa lettura, su cui concordano la maggior parte degli editori moderni, è stata criticata da P.G. Ricci, che nel testo dell'Edizione Nazionale scrive Hominibus namque rationis intuitu voluntatem praevolantibus.... L'A. analizza il passo alla luce della translatio lincolniensis dell'Etica e della posizione tommasiana , giungendo a conferire fondamento filosofico alla prima lettura