Abstract
Galeno critica la dottrina di Mosè che, pur ammettendo un ordine nella natura e la presenza di un piano provvidenziale, sostiene la possibilità che Dio intervenga a modificare tale ordine in maniera arbitraria, sottratta a ogni regolarità e legge. L’ipotesi dell’autrice è che Galeno, parlando di Mosè, non distingua nettamente tra Ebrei e Cristiani: egli sa bene che queste sono "scuole" - come lui le chiama - differenti, ma, forse, non ne distingue sempre chiaramente le tesi. È allora possibile che il referente del De usu partium sia composito: il Genesi , Filone, autori cristiani, il tutto visto in maniera unitaria come tesi di Mosè